Un’italiana in sud Corea
Ed eccoci arrivati al momento della partenza: con una valigia più grande di me ed il mio biglietto per un mese in Corea del Sud.
Un mese intero. Completamente sola in un posto che a mala pena conoscevo e dall’altra parte del mondo.
La mia destinazione in Corea del Sud è Busan. La seconda città coreana più importante dopo Seoul, con il suo fascino della metropoli. Busan si trova sull’oceano cosi da potermi godere anche un po’ di quelle vacanze che questa volta avrebbero avuto un sapore tutto nuovo.
E così dopo un volo infinito con 2 scali sono arrivata nell’aeroporto di Busan. È sera tardi, mi sento un po’ frastornata e l’aria calda rende quasi difficile respirare. O forse sarà anche l’emozione di muovermi completamente sola in un mare di persone pronte a prendere un taxi, salutando gli amici che pensano a scorgere tra la folla, un viso conosciuto.
Mi guardò intorno e mi sento catapultata in un mondo nuovo. Tutti intorno a me sono coreani e mentre con lo sguardo perso cerco di capire dove andare un cartello ha il mio nome. E da lì inizia l’avventura.
Dopo 1 ora di macchina, mi trovo immersa in cartelli luminosi scritti in coreani. Il traffico pieno nonostante sia tardi e la città sembra non voler dormire.
Arrivo al mio appartamento, un piccolo monolocale in un residence per studenti. Mi spiegano velocemente le combinazioni e i codici per le porte. Qui nessuno deve ricordarsi di potarsi dietro le chiavi di casa, ma ogni porta ha delle combinazioni elettroniche.
Vado a letto e faccio fatica a prendere sonno. Sono emozionata. La mattina dopo avrei iniziato la scuola per imparare il coreano, un nuovo mondo stava aprendo una porta che non vedevo l’ora di attraversare