Un mare di ricordi: la saggezza di mio nonno pescatore
Caro nonno,
chissà se da lassù mi guardi. Chissà se pensi anche te che quell’amore spropositato, incredibile, affiatato per il mare forse l’ho ereditato proprio da te.
Una nipote di un pescatore non poteva amare la montagna giusto?
Sai che tante volte quando sento la salsedine addosso che tira sulla pelle penso a te, alla tua vita spesa a tirare su reti, tutte i giorni.
Purtroppo ero piccola e non ti ho conosciuto bene, almeno non ho un ricordo ben nitido di quello che tu eri. Peccato, sono nata troppo tardi per conoscerti, non solo come nonno ma anche come giuda di vita.
Mio fratello dice che eri molto saggio. Ricordo che non parlavi tanto ma quando lo facevi lasciavi il segno. Mi ricordo che quando ti ho raccontato dell’idea che avevamo io e il mio attuale fidanzato, di quello che sarebbe diventato il mio futuro ciò aprire insieme ad altre due persone una pizzeria tu mi dicesti: “Bisogna lavorare ragazzi, non guardare quello che fanno gli altri. Piano piano ognuno troverà i suoi spazi e lavorando la società funzionerà, senza mai guardare chi fa di più, chi fa di meno…”
Sembra impossibile ma in sedici anni di attività spesso mi sono tornate in mente le tue parole, e spesso ho pensato: “Aveva proprio ragione… il vecchio pescatore!” Chissà se da lassù guardi quello che è successo qua. Chissà quale sarà il tuo pensiero. Sicuramente avresti la soluzione saggia da dirci, purtroppo però non la posso sentire, non te la posso chiedere, mi accontento di ascoltare il rumore del mare. Quel mare che ti ha accompagnato tutta la vita, quando lo ascolto mi sembra di sentirmi dire: “Ci sono e ti guardo da qua…”
Sono Silvia, mamma della Famiglia Peluche…
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