Libri e letteratura

Un gioco da ragazzi di Bruno Conti con Giammarco Menga

«Signor Conti, suo figlio Bruno è davvero bravo e vorremmo portarlo con noi in America» dice il dirigente della squadra di baseball di Santa Monica.
Alla parola “America”, mia madre chiede senza pensarci due volte: «Scusate, ma l’America dove si trova?».
In cucina c’è silenzio assoluto. Poi, dopo una manciata di minuti, mio padre si decide: «Mio figlio è piccolo e da Nettuno non si muove».
Se lui avesse detto sì in quella tiepida serata di agosto, non sarei mai diventato Bruno Conti.


Oggi per me è un onore per me avere come ospite: Giammarco Menga.

Sono curiosa di questo libro, puoi dirci la sinossi?

L’autobiografia di Bruno Conti si articola partendo dalla sua vita da ragazzo negli anni Sessanta tra campi polverosi e le fettuccine di mamma Secondina. Si sviluppa con i primi provini, le delusioni e poi con l’ascesa nel grande calcio che ha regalato a Bruno due grandi gioie su tutte. Il Mondiale del 1982 con l’Italia e lo scudetto dell’anno dopo con la Roma.

Un breve estratto del tuo libro (anche una frase) che hai scritto che per te è importante. 

Credo che la cosa che caratterizzi di più il libro sia proprio il titolo scelto con l’editore. “Un gioco da ragazzi” che richiama gli anni in cui Bruno Conti era ragazzo e il calcio era solo divertimento. Quando forse i veri valori della vita e della famiglia erano più forti e radicati rispetto ad oggi.

Come mai sei stato ispirato nello scrivere questo libro?

L’idea è nata nella primavera del 2021. Cercavo una bella storia di un grande personaggio sportivo e mi venne in mente che nel 2022 ci sarebbe stato il quarantesimo anniversario dalla vittoria del Mondiale di Spagna 1982 e un grande calciatore come Bruno Conti non aveva ancora scritto di sé. Sapevo che in passato aveva rifiutato più volte di scrivere della propria vita, ma sarà che era destino perché da quando provai a contattarlo, passarono solo pochi giorni prima che mi chiamasse per dirmi di incontrarci. È stata una grande responsabilità ma anche un onore poter narrare un’epoca che per questioni anagrafiche non ho vissuto in prima persona, ma nella quale sono riuscito ad immedesimarmi grazie ai racconti di Bruno.  

Raccontaci qualcosa di te.

Ho iniziato da bambino a giocare con telecamera e microfono.

Ho avuto la fortuna di capire subito cosa volessi fare nella vita e di avere una famiglia straordinaria che mi ha spinto e supportato sin da piccolo. Fondamentali sono stati anche gli studi universitari che mi hanno fornito una solida base su cui affinare le mie competenze.

È la prima volta che porto un Giornalista televisivo che ha scritto un libro, raccontaci se hai piacere la tua carriera.

Ho iniziato a scrivere per il quotidiano d’Abruzzo IlCentro, occupandomi di sport e di calcio in particolare. In televisione ho fatto molta pratica prima a laQtv e poi a TvSei, due emittenti regionali in cui ho imparato a raccontare storie e notizie di tutti i generi. È stata una grande palestra. Nel 2016 ho avuto la possibilità di presentare il mio primo saggio su d’Annunzio e lo sport a Sport Mediaset e da lì ho iniziato a collaborare con la testata sportiva fino al 2018. Mi sono poi occupato di cronaca e di attualità a Mattino Cinque fino al 2021 e da allora sono inviato di cronaca nera per Quarto Grado su Rete4. Una squadra meravigliosa.

Hai un modo di dire a cui sei particolarmente legato?

“Goditi il percorso”

Hai consigli da dare a futuri scrittori?

Credo che ognuno abbia il suo metodo ma penso che molto dipenda dall’ispirazione e dalla forza interiore di voler esprimere e donare qualcosa di sé agli altri tramite le pagine di un libro.

Il terrore della pagina bianca è comune un po’ a tutti, ma poi come ogni cosa quando si inizia a scrivere, si è già a metà dell’opera. L’importante è iniziare e avere un’idea sulla struttura. Il punto da cui partire e quello dove arrivare. 

Dove possiamo trovare il tuo libro?

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Scrivere altri libri sia di sport che di cronaca, i due settori dei quali mi occupo in tv e di cui sono appassionato. Per quanto riguarda la mia carriera televisiva, l’augurio che faccio a me stesso è di non perdere mai il fuoco che anima ogni mia giornata lavorativa. Una passione infinita.

Ti ringrazio per essere stato mio ospite, ti auguro il meglio!

Maria Cantarutti