Spasmo ipnico, la sensazione di cadere nel vuoto mentre dormi
Alzi la mano a chi non è mai capitato. Si dice che almeno 7 persone su 10, in tutto il mondo occidentale, l’abbiano provato almeno una volta nella vita. Ma per qualcuno, e non sono pochi, lo spasmo ipnico è una costante che si ripete, se non ogni notte quasi. Si tratta di quella sensazione di cadere nel vuoto, mentre si dorme. E che spesso costringe a un brusco risveglio, con un altrettanto brusco spavento.
Non è chiara l’origine dello spasmo ipnico, che comunque – è bene ricordarlo – non si tratta di una patologia e non ha effetti collaterali sull’organismo. Se non quello, comunque fastidioso, di interrompere il sonno (e per chi fa fatica a dormire, può essere un problema). Mentre la medicina e la neurologia indagano, si presume che l’origine possa essere ricondotta all’abuso di stimolanti (caffeina e affini), oppure all’esercizio fisico prima di coricarsi, oppure lo stress.
Cos’è lo spasmo ipnico
Lo spasmo ipnico è una contrazione involontaria che rientra nella categoria del mioclono. Si verifica nella cosiddetta fase 1 del sonno, e quindi non durante il sonno profondo, a tratti più vicino o più lontano dal dormiveglia. L’effetto percepito è chiaro e noto: all’improvviso sembra di precipitare nel vuoto, questione di pochi attimi, ma quanto basta per provocare, appunto un brusco risveglio. A volte momentaneo, cioè ci si riaddormenta subito, a volte prolungato, cioè non si riesce più a dormire, o comunque ci vuole tempo per riaddormentarsi.
Eziologia dello spasmo ipnico
Come detto ad oggi non c’è un’origine chiara di queste contrazioni. Piuttosto una commistione di fattori: lo spasmo ipnico potrebbe essere causato da stress, abuso di sostanze stimolanti ed eccitanti, troppo esercizio fisico prima di andare a dormire. Ma c’è anche un secondo filone di ipotesi, legato al tema dell’evoluzionismo. Secondo Ian Oswald, psichiatra e ricercatore inglese citato da Wikipedia, lo spasmo ipnico potrebbe essere un riflesso arcaico, utile quando le prime scimmie antropomorfe vivevano ancora sugli alberi. Secondo questa interpretazione, il cervello interpreterebbe erroneamente il rilassamento muscolare in corrispondenza del sonno come una “caduta dall’albero”, stimolando l’organismo a reagire per non finire a terra.
In ogni caso, si teorizza che il cervello – provocando lo spasmo ipnico – reagisca appunto a una situazione o condizione di pericolo. Circostanza che si verificherebbe nel momento in cui ci si addormenta, con il calo naturale della nostra respirazione. È in quegli attimi concitati, almeno per il cervello, che viene scatenato lo spasmo ipnico.
Complicazioni e cure
Di per sé lo spasmo ipnico non fa male, non provoca nulla di preoccupante. Tende a ridursi con il passare degli anni: si dice che i picchi si registrino nella giovane età e nell’adoloscenza, fino a 7 casi per notte. Ma il brusco risveglio in piena notte, se reiterato, ad alcuni può provocare insonnia, quindi difficoltà ad addormentarsi e a dormire con tutte le conseguenze del caso, oppure forti emicranie o mal di testa.
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Al prossimo articolo, un bacio, Miriana.
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