Scienze motorie: il cammino verso un benessere collettivo
Se c’è una cosa che il mondo ci insegna è che chi abbraccia lo stile di vita attivo, chi pratica le scienze motorie, fa del bene non solo a se stesso ma anche alla società in cui vive. In questo articolo, esploreremo il vasto panorama di benefici che derivano dalla pratica dell’esercizio fisico, e come questa pratica possa fungere da motore per instaurare un circolo virtuoso in una città ideale.
Guardiamoci intorno e notiamo come altri paesi nel mondo abbiano abbracciato la mentalità del rispetto reciproco e della civiltà attraverso la diffusione dell’attività fisica. Una città ideale è quella in cui l’esercizio fisico è non solo accettato ma ampiamente praticato, creando un tessuto sociale sano e attivo.
La convivenza civile non è solo uno status, ma un modo di vivere che si sviluppa trasversalmente, partendo dalla coscienza dei cittadini. Le scienze motorie non si limitano all’allenamento fisico, ma abbracciano l’educazione all’atteggiamento, promuovendo rispetto reciproco e consapevolezza ambientale. Un’utopia? Forse, ma un obiettivo possibile, specialmente considerando l’influenza positiva su salute fisica, mentale e sociale, come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
L’integrazione è chiave in un paese civilmente evoluto. Nel mondo dello sport e dell’attività fisica, l’integrazione della disabilità diventa essenziale. L’attività fisica adattata (ATA) apre le porte a tutti, consentendo a persone con diverse abilità di partecipare in modo attivo, adattando programmi per stimolare la salute cardiovascolare senza compromettere la sicurezza. Il basket in carrozzina ne è un esempio illustre.
La psicomotricità è una metodologia preziosa per lo sviluppo psicofisico nei bambini dai 2 ai 5 anni. Percorsi mirati facilitano lo sviluppo motorio di base, aiutando i piccoli a raggiungere le tappe dello sviluppo motorio come camminare, correre, saltare e molto altro. Un approccio ludico che favorisce l’apprendimento attraverso il gioco.
Oltre a civilizzare, lo sport ha il potere di salvare giovani dalle strade. Strutture sportive come la palestra di Maddaloni di judo o la palestra di Liuzzi Michele di lotta libera hanno dato a ragazzi un’alternativa positiva, coltivando l’amore per lo sport e insegnando il rispetto delle regole. Gli istruttori sportivi diventano guide civiche, trasmettendo valori che vanno oltre la competizione.
L’insegnamento delle scienze motorie deve abbracciare la trasversalità, collegando teoria e pratica. Dalla ginnastica che tocca geometria ed anatomia all’applicazione dei giochi sportivi che coinvolge anche la storia delle discipline sportive, un approccio completo e coinvolgente.
L’educazione motoria varia tra la scuola dell’infanzia e quella primaria. La struttura ossea e meningea dei bambini richiede sensibilità nell’introduzione di attività specifiche. L’attenzione è posta sul gioco e sull’apprendimento cognitivo nella prima fase.
La scelta delle attività nel primo ciclo di istruzione riflette la differenza tra collaborazione e lavoro individuale. Distinguendo tra attività di gruppo e individuali, si crea uno spazio in cui gli studenti possono imparare sia la cooperazione che l’indipendenza.
L’Insegnamento che fa del bene
Insegnare scienze motorie non è solo una professione, ma un’opportunità di fare del bene. Formarsi e offrire un servizio di qualità non solo migliora la salute individuale ma dà a tutti la possibilità di fare scelte consapevoli per uno stile di vita sano e preventivo. Chi insegna le scienze motorie, senza dubbio, fa del bene a se stesso e alla società.
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