FitnessStorytelling

Non sono guarita dalla Vigoressia, e va bene così (per ora)

Ciao a tutti,

oggi voglio essere onesta con voi, come lo sono sempre stata. Ho scritto tanto sulla vigorassia, questa ossessione per il fitness e il controllo sul corpo che può diventare tossica. Nell’ultimo articolo mi sono raccontata e ho raccontato a voi che ero guarita, che ce l’avevo fatta. La verità? Non sono guarita per niente. Chiedo venia per la bugia.

Ci sono periodi in cui mi sento più “normale”. Magari mangio qualcosa senza contare le calorie o salto un allenamento senza farmi troppi problemi. In quei momenti mi convinco che tutto sia passato, che finalmente ho trovato un equilibrio. Poi arrivano le altre fasi: quelle in cui divento rigida, inflessibile, con me stessa e con tutto ciò che mi circonda.

E sapete qual è la cosa strana? Il mio cervello sembra quasi cercare questa rigidità. Forse perché sono un’ex alcolista e, come tutte le persone che hanno avuto dipendenze, sono “programmata” per aggrapparmi a qualcosa. L’alcol non c’è più, ma il fitness è lì, sempre pronto a diventare la mia nuova dipendenza.

Lo stesso vale per la mia relazione: anche lì, a volte mi sento dipendente. Non è una bella sensazione, ma fa parte di me, di come sono fatta.

Non fraintendetemi: il fitness mi ha salvata. Mi ha tolta da un buco nero in cui mi stavo distruggendo. Ma quello che un tempo era il mio salvagente, oggi a volte si trasforma in un’ossessione. È come se fossi costantemente in equilibrio su un filo: da una parte c’è il benessere, dall’altra c’è l’estremismo.

Scrivo questo articolo per dirvi che sto lavorando su di me. Non sono guarita, e forse non lo sarò mai del tutto, ma sto imparando ad accettarlo. Sto imparando che la vita non è fatta di bianco e nero, ma di sfumature.

E sapete qual è la cosa più bella? Che anche nei miei periodi più rigidi, voi ci siete sempre stati. Non mi avete mai giudicata, nemmeno quando sono la mia critica più severa. Mi avete incoraggiata, supportata e, soprattutto, mi avete ricordato che non devo essere perfetta per meritare amore e rispetto.

Quindi, eccoci qui: non sono guarita dalla vigorassia. Forse sto ancora imparando a convivere con le mie dipendenze, con le mie fragilità, con i miei estremismi. E va bene così.

E se oggi mi trovate a fare battute autoironiche su questa mia rigidità, sappiate che è il mio modo per alleggerire la situazione. A volte ridere di sé stessi è il primo passo per cambiare davvero.

Grazie per esserci, sempre.

Con affetto,

Yelena Vanessa