No Quarter, canzone scritta dei Led Zeppelin nel 1973
“I fratelli combatteranno, vicendevoli uccisori, e figli di fratelli distruggeranno le stirpi; tempi duri fra gli uomini, fornicare immane. Età d’ascia, età di spada, s’infrangeranno gli scudi, età di venti, età di lupi, prima che crolli il mondo.”
Questa è la frase con cui nella mitologia nordica si profetizza il Ragnarok (detto anche il crepuscolo degli dei) ovvero la fine del mondo. Nella quale ci sarà una grande battaglia che porterà alla morte delle divinità norrene e alla distruzione dell’umanità. Per poi farla rinascere nuovamente più forte e rigenerata, in una sorta di ritorno ciclico.
No Quarter è una canzone dei Led Zeppelin contenuta nel loro quinto album Houses Of The Holy, pubblicato nel 1973. È la penultima traccia del disco e ha una durata di 7:02 minuti. Il brano è diviso in 2 strofe, a conclusione delle quali sono posti 2 ritornelli. Durante l’intervallo tra il primo ritornello e la seconda strofa, è posizionata un strumentale di tastiere seguita da un assolo di chitarra. Il titolo della canzone fa riferimento alla pratica militare di non mostrare clemenza al nemico nel momento della sua cattura o della sua resa e può essere tradotto generalmente con “nessuna pietà”.
No Quarter tratta del presagio del Ragnarok, sempre più vicino e imminente e trae ispirazione dalla mitologia dei vichinghi, presente in altri testi del gruppo. Proprio per questo può essere considerata come una canzone fantasy o dai toni fantastici.
Inizia con un melodia di pianoforte e sintetizzatore a cui si accompagnano chitarra, basso e batteria. Tramite cui viene descritto il clima di paura che causa l’avvicinarsi della battaglia, con le persone che si barricano in casa con le luci spente, “la neve che cade in modo rigido”. E Thor che si sta preparando allo scontro (“The winds of Thor are blowing cold”), facendo intendere che né lui né la minaccia in arrivo “avranno pietà”.
L’intermezzo a fine prima strofa di No Quarter, sancito dal suono del pianoforte e dall’entrata della chitarra, suggerisce una quieta disperazione prima dell’inizio del combattimento. Quasi a presagire la propria sconfitta, ma anche una presa consapevolezza dell’avvenire che adesso non spaventa più.
Si ritorna ai due schieramenti e stavolta, oltre alla presenza del diavolo che “cammina fianco a fianco con la morte”, vengono introdotti i Cani del Destino. I cani responsabili della morte di Odino e della distruzione del sole e della luna che “stanno ululando più forte”. Mostrando il continuo avvicinarsi della fine di tutto: anche loro, come gli dei, non domandano né dimostrano pietà.
Ed ecco che tra gli acuti di Robert Plant e le melodie che ricordano un campo di battaglia, la canzone finisce. Gli dei muoiono e il mondo si prepara ad affrontare la sua conclusione per poi fiorire successivamente più vigoroso e più vivo.