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L’influenza dell’essere single sulla nostra vita emotiva

Sono single da anni ormai, sei per la precisione. Ma, pensandoci bene, forse sono sempre stata sigle, fondamentalmente.

Quindi, sono single dalla notte dei tempi. È più giusto dire così!

Ironia a parte, il mio percorso di crescita mi ha portato a riflettere anche sulle mie relazioni passate e mi sono resa conto che erano tossiche. Ho sempre dovuto tenere io in piedi il rapporto, mi sono sempre accontentata delle briciole di affetto che arrivavano. Non nascondo il fatto che mi sono ritrovata anche in situazioni molto difficili da gestire, con tanto di violenza psicologica e manipolazioni. E sono stata a tanto così dalle violenze fisiche!

Le situazioni tossiche non mi sono mai mancate. Non le rinnego, almeno ora so che cosa voglio e cosa non voglio. Ho maggiore sicurezza e consapevolezza in ciò che potrebbe farmi crescere, stimolare la mia mente, contribuire al mio obiettivo di essere la versione migliore di me stessa.

Proprio per questa tossicità, ormai tanto diffusa, nelle relazioni umane, è sempre più comune la condizione di “rimanere single”.

Sembrerebbe essere una scelta forzata dalle dinamiche. Ma non è così, almeno nella maggior parte delle volte! È una scelta, sì, ma dettata dal fatto che ci si vuole bene e ci si ama. È importante, infatti, amarsi, prima di poter amare un’altra persona. Risulterò ripetitiva, me ne rendo conto, ma se non si dovesse iniziare il percorso di accettazione di sé stessi, allora non potremo mai pretendere di poter instaurare relazioni sane.

La prima relazione sana è con noi stessi e poi con gli altri!

Essere single, nel contesto sentimentale, significa non essere coinvolti in una relazione amorosa stabile o duratura. Questo stato può essere scelto volontariamente o vissuto temporaneamente in attesa di una relazione futura. Negli ultimi decenni, la società ha ridotto lo stigma associato all’essere single, permettendo a molte persone di vivere questa condizione con serenità e consapevolezza.

Il significato dell’essere single

Essere single non implica necessariamente solitudine o insoddisfazione. Molte persone scelgono di vivere senza un partner romantico per concentrarsi su sé stesse, sulla propria carriera o per raggiungere obiettivi personali senza le distrazioni e gli impegni che una relazione sentimentale può comportare. Lo stato di single, infatti, può offrire una maggiore libertà, sia a livello di tempo che di decisioni personali, favorendo una crescita individuale più consapevole.

Questa condizione è, ormai, molto comune, in quanto è sempre più diffuso il pensiero che un’eventuale relazione potrebbe essere un intralcio alla propria crescita personale. Pensiero non propriamente sbagliato, se si dovessero tenere in considerazione le dinamiche tossiche che portano avanti parecchie relazioni oggi.

Impatti positivi dell’essere single

La vita da single può comportare diversi vantaggi:

  • libertà personale: l’assenza di vincoli affettivi consente di dedicare più tempo a sé stessi, ai propri interessi, hobby, viaggi o alla carriera;
  • autonomia emotiva: essere single può aiutare a sviluppare una maggiore indipendenza emotiva, imparando a soddisfare i propri bisogni senza fare affidamento su un partner;
  • crescita personale: il tempo passato da soli permette di riflettere sulle proprie esperienze, elaborare emozioni e sviluppare un maggiore autocontrollo e consapevolezza di sé.


Possibili disturbi associati alla vita da single

Ma lo stato di single non è privo di sfide e, in alcuni casi, può portare a disturbi psicologici o emotivi, soprattutto se non accettato o vissuto con sofferenza. Tra questi possiamo trovare:

  • solitudine: la mancanza di una relazione affettiva può far emergere sentimenti di isolamento, soprattutto in contesti sociali dove prevalgono le coppie;
  • ansia sociale: sentirsi diversi dagli altri o percepire una pressione sociale può generare ansia e inadeguatezza;
  • depressione: in alcuni casi, se lo stato di single è vissuto come una condizione non voluta, si possono sviluppare sentimenti di tristezza profonda e disillusione rispetto al futuro;
  • timore del futuro: la paura di non trovare mai una persona compatibile o il timore di invecchiare da soli possono causare ansia e preoccupazione eccessive.

Mi preme sottolineare un aspetto, molto importante in merito. Molto spesso, questi disturbi possono scaturire dalla pressione sociale che si subisce, a causa di stereotipi banali e completamente inutili. Quei “ruoli” di “brave persone” che ci vengono cuciti addosso, solo se dovessimo seguire determinati “dettami”.

La “brava donna”, colei che resta a casa ad accudire marito e figli ed a tenere pulita la casa. Molto spesso, non lavora, non ha amicizie e quel marito è il primo fidanzatino, conosciuto ai tempi della scuola. Guai ad avere altre esperienze!

Il “brav’uomo”, invece, è colui che va a lavorare, tutto il giorno. Partitella a calcetto con gli amici, generalmente il sabato pomeriggio e birretta il venerdì sera. Può anche essere “assente” fisicamente a casa, tanto c’è la mamma. Le faccende di casa? Non sa neanche dove si trovano le sue mutande! Il tutto con il benestare di sua madre!

Essere impegnati: il confronto con la vita di coppia

Ma essere in coppia allora? Significa annullarsi per l’altro e non avere un’indipendenza propria? Assolutamente no!

Essere impegnati in una relazione sentimentale, di quelle sane però, offre un contesto completamente diverso. Essere in coppia sana significa:

  • sostegno emotivo: la presenza di un partner offre un supporto emotivo costante. In una relazione sana, i partner possono aiutarsi a superare le difficoltà quotidiane, fornendo conforto e sicurezza;
  • appagamento affettivo: l’amore romantico ed il legame affettivo possono essere una fonte di gioia ed appagamento, con un senso di appartenenza e di connessione;
  • stabilità: una relazione duratura, basata sulla fiducia ed il rispetto, può offrire un senso di stabilità nella vita, portando ad un miglioramento della qualità complessiva della vita.


Sfide della vita di coppia

È giusto, però, anche parlare di quelle che sono le sfide che si presentano nella vita di coppia. Non è tutto rose e fiori, infatti. Ci saranno quelle giornate in cui avrai bisogno di restare da sola, di ritagliarti i tuoi spazi, ad esempio. O giornate durante le quali discuterete sul pranzo da preparare o su chi deve fare la lavatrice.

Sono normali momenti, che metteranno a dura prova la vita di coppia. Sfide che comportano:

  • perdita di libertà: le relazioni richiedono compromessi e questo può ridurre la libertà individuale, limitando il tempo e l’energia da dedicare a sé stessi;
  • dipendenza emotiva: in alcune relazioni, uno dei partner può diventare troppo dipendente emotivamente, rischiando di perdere il proprio senso di identità e di autonomia;
  • conflitti e stress: anche le relazioni più sane possono attraversare momenti di difficoltà, così come già detto, con discussioni o incomprensioni che possono generare stress emotivo e mentale.


Il bilancio tra “vita da single” e “vita di coppia”

Non esiste una condizione “migliore” in assoluto: molto dipende dalle circostanze personali e dal modo in cui ognuno gestisce le proprie emozioni e le relazioni.
La chiave del benessere, sia per i single che per le persone impegnate, sta nella consapevolezza e nell’accettazione del proprio stato sentimentale. E della propria persona, aggiungerei io!

“Essere single” può essere una fase importante di crescita e di riflessione, mentre “essere in una relazione” può arricchire la vita di amore e di sostegno. In entrambi i casi, l’equilibrio emotivo ed il benessere personale sono strettamente legati a come la persona vive il proprio stato, più che allo stato in sé.

Quindi, amatevi che l’amore busserà alla vostra porta. Anche se la mia la deve ancora trovare!