La vera storia di Riù, il gorilla buono dello Zoo Safari di Fasano
Dopo tante polemiche infondate, la direzione dello ZOO SAFARI di Fasano ha pubblicato un comunicato stampa che parola di tutta la storia di Riù, il grande gorilla buono che è stato con loro per decenni ed è deceduto per cause naturali poco tempo fa.
“Riù, il nostro grande gorilla buono, da quanto si evince dai documenti dell’epoca fu importato dall’Africa nel 1975 in giovane età. Fu allevato quasi come un cucciolo d’Uomo presso il Circo Medrano, dove i proprietari lo crebbero e lo ospitarono per tantissimi anni senza comunque mai “utilizzarlo” per fini spettacolistici.
Arrivò a Fasano nel 1994 e non nel 2008 come a volte erroneamente riportato. Quindi nel pieno del suo vigore e non “perché ormai vecchio ed inutile per i circhi”, insieme al suo consimile Pedro di poco più anziano, poi deceduto nel 2008 per cause naturali.
Pertanto il trasloco verso Fasano, dove fu realizzata un’apposita area ad essi dedicata, fu proprio per fini assolutamente migliorativi rispetto alla loro precedente condizione di cattività itinerante. Sin dal 2008 quindi, con la morte di Pedro iniziò la solitudine di Riù che, come si evince dalle note più in basso, certamente non è dipesa mai dallo Zoosafari ma da ben altre fonti “istituzionali” e burocratiche.
In premessa è doveroso qui rappresentare la situazione reale del suo habitat attuale. Più volte rinnovato e più che raddoppiato negli anni (ora esteso per circa 1.000 mq.
In totale, suddiviso tra le 2 differenti aree esterne, di cui una a vista del pubblico ed una dedicata esclusivamente al relax ed alla privacy degli animali. I 4 “appartamenti” interconnessi tra loro da ponti sopraelevati a tunnel e le aree di servizio per i keepers), dove gli alberi sono sempre accessibili insieme a tronchi e “castelli” di legno su cui arrampicarsi, con una cascata ad acqua corrente dove fare il bagno, con prato verde piantumato con essenze speciali da cui “brucare” ad libitum, dove esistono enormi vetrate perimetrali che permettono il contatto totale verso il mondo esterno ed un’infinità di aree dove potersi invece isolare ed appartare quando desiderato.
I 4 box interni sono definibili veri appartamenti non visibili al pubblico ma dotati anch’essi di grandi vetrate aperte verso l’esterno. In pratica una grande area sufficiente per ospitare un intero gruppo familiare, secondo le Linee Guida internazionali dedicate a tale specie.
Chi aveva il privilegio di vedere con i propri occhi e chi sentiva l’esigenza etica di voler essere informato davvero da fonti di prima mano, osservando di persona o chiedendo ai nostri esperti, scopriva tantissimo anche sul “dietro le quinte” di Riù.
Con le etologhe e le primatologhe che si occupavano di lui quotidianamente per non lasciarlo mai solo ed inattivo e con le quali aveva imparato a risolvere test, a riconoscere oggetti, ad interagire e giocare attivamente in maniera diretta ed affettuosa. (Leggasi anche il libro “Riù: oltre la solitudine”, scritto dalla D.ssa Ilaria Orlando, che lo ha seguito direttamente per anni in qualità di etologa).
Con i keepers dedicati che curavano la sua alimentazione, i box e l’habitat; i veterinari che lo trattavano come un vero VIP (Very Important Primate); e tanti altri esperti che si occupano dei primati a livello nazionale e internazionale. Tra questi, il Dr. Neil Bemment, coordinatore europeo del Comitato E.E.P. per i gorilla, ha sempre trovato ottimali le condizioni di Riù, anche collaborando alla realizzazione dell’ultima versione della sua struttura, approvata dal G.E.E.P. Housing Group.
Comunque l’eventuale possibilità di dare a Riù una compagna anziana per reciproca compagnia con altri esemplari giovani finalmente cominciava a delinearsi dopo anni come una possibilità non esclusa del tutto ma è sempre dipesa esclusivamente proprio dalle decisioni del Comitato E.E.P. e non certo dai desideri del nostro Parco, che si è battuto per oltre 15 anni per raggiungere tale traguardo, anche implementando costantemente la struttura nel tempo!
Va anche aggiunto che tutti gli esperti hanno sempre sconsigliato vivamente qualsiasi drastico spostamento altrove di un esemplare così anziano, che avrebbe dovuto affrontare nuovi ambienti, nuove figure umane e la perdita delle persone a lui care e familiari, prospettiva che sarebbe stata assolutamente deleteria per lui.
Ma come spesso accade nelle grandi storie da raccontare, ecco l’imponderabile: l’età avanzava inesorabilmente e proprio quando la meta, dopo tantissimi anni di nostri sforzi ed impegno, era stata finalmente raggiunta con gli ultimi accordi con l’E.E.P./E.A.Z.A., che ci assegnavano FINALMENTE nuovi esemplari per fargli compagnia, il nostro grande gorilla buono se ne è andato improvvisamente la notte del 21 gennaio 2024 ad un’età veneranda per la specie!!!
Lo sgomento e il panico di quella notte e delle settimane seguenti sono indescrivibili. La famiglia umana, i keepers, i veterinari e le etologhe del parco hanno visto un pezzo del loro cuore cedere, vivendo un profondo lutto. Nonostante i nostri sforzi, Riù non ha potuto incontrare nuovamente i suoi simili. I keepers lo hanno trovato senza vita poche ore dopo aver cenato normalmente.
Abbiamo dovuto informare le Autorità competenti (Ministeri, Carabinieri Forestali, ASL, Istituto Zooprofilattico) e organizzare l’autopsia e il trasporto della salma a Foggia. Dopo la cremazione, le sue ceneri sono state raccolte in un’urna e poste in una tomba marmorea visibile al pubblico. I referti hanno indicato uno scompenso cardiaco legato all’età, senza altre evidenze importanti.
Come già accennato, quasi beffardamente la situazione diplomatico/burocratica sbloccatasi proprio poco prima che Riù morisse ci ha permesso di ricevere dall’E.E.P. nel marzo 2024 i nostri nuovi 3 gorilla (“Tamani”, una prolifica femmina di 31 anni nata in Olanda e proveniente dal Parco Zoologico di Rotterdam, con 2 dei suoi figli, la femmina “Tonka” di 12 anni ed il giovane maschio “Thabo” di 9 anni d’età), che Riù per un soffio di tempo non è riuscito a conoscere ed incontrare.
E’ facile ergersi a paladini di una battaglia purtroppo scientificamente improponibile ed insostenibile per il ritorno di Riù alla libertà ed alla sua Africa o ad un inesistente “santuario” perché quasi nessun esemplare cresciuto per decenni in ambiente controllato sopravviverebbe in natura. E tutti noi concordiamo, siamo consci e siamo certi che sarebbe stato assolutamente giusto ed opportuno lasciare quei cuccioli nel loro habitat originario e che sia stato un sacrilegio toglierli dalle braccia dei loro genitori, ma all’epoca (parliamo di oltre 50 anni fa) tutto purtroppo era possibile ed oltretutto in maniera del tutto legale ed autorizzata dagli Enti competenti.
E’ anche facile, oltre che assurdo, accusarci “di aver nascosto” un dolore così grande quando invece abbiamo informato subito decine di Autorità ed uffici competenti, quando invece abbiamo indicato il triste evento a chiunque abbia avuto interesse vero ad ottenere notizie dirette su Riù via mail o via telefono o di persona, perlomeno per quelle giunte in Direzione (privati cittadini, visitatori, ed anche giornalisti che hanno preferito spontaneamente rispettare il nostro lutto)… se la notizia si sta diffondendo maggiormente in questi giorni non è perché sia “filtrato” un qualcosa di segreto o sia stato “segnalato” qualcosa da chicchessia ma soltanto perché siamo stati contattati cortesemente pochi giorni addietro da una giornalista della rivista Kodami che ci ha chiesto telefonicamente informazioni e che ha da noi subito ricevuto tutte le notizie reali sia su Riù che sui nuovi arrivi, come abbiamo fatto in tutti gli altri casi. In questo caso Kodami ha deciso di pubblicare, come è giusto che sia secondo proprie sensibilità e necessità redazionali, ed altre testate ne hanno ripreso semplicemente la nota come se fosse uno scoop… ma che scoop proprio non è!!!
Per noi il lutto non è ancora stato elaborato e ne pretendiamo il rispetto da parte di tutti, d’altronde se ne avessimo dato grande rilievo sui media, comunque saremmo stati accusati di sfruttarne la morte per farci pubblicità. Noi non pubblichiamo solitamente informazioni né sulle nascite né sui decessi di qualsiasi esemplare di qualsiasi specie, altrimenti dovremmo produrre decine e decine di post e comunicati all’anno… non è nostra prassi ottenere facile visibilità con tali banali espedienti, non ne abbiamo bisogno.
Le Autorità competenti di cui sopra, che come già detto sono state subito informate del decesso, sono le uniche a poter dare pareri vincolanti e realmente significativi dal punto di visto scientifico, consulenziale ed operativo ad un parco e se Fasano è quel che è (avendo realizzato oltre 100 Ricerche e Studi Scientifici, sovvenzionando svariati Progetti di Conservazione anche nelle zone d’origine per le specie più rare, partecipando a decine di Programmi E.E.P. e Studbooks per la gestione delle specie rare allevate nei parchi zoologici europei e mondiali, producendo Divulgazione ed Educazione Ambientale).
Se Fasano ha quel che ha (cioè la più imponente e più interessante collezione faunistica d’Italia con specie uniche e rarissime in natura, ivi inclusi appunto Orsi Polari, Gorilla, Rinoceronti Indiani, Gazzelle di Mhorr, Orici Corna a Sciabola, Ghepardi, ecc. ecc.), è proprio per la fiducia reciproca e la collaborazione totale con queste stesse Autorità e con le Istituzioni internazionali che ce le affidano!
Questi sono i dati di fatto. Tutte le narrazioni alternative non sono altro che pura strumentalizzazione ideologica, purtroppo promossa e sobillata da strani personaggi che parlano e scrivono senza competenza e senza cognizione di causa, non si informano a dovere, non contattano le parti in causa, manipolano i dati e spesso ammettono addirittura di non essere mai venuti a visitare il Parco! Ma che deontologia professionale e di informazione è mai questa?
Oggi per fortuna, ed ormai già da moltissimi decenni, la comunità mondiale dei parchi zoologici non ha più bisogno di esemplari di cattura prelevati in natura essendo sufficienti quelli che nascono in cattività, ma oramai, a danno già compiuto ed esemplari “ereditati” dallo Zoosafari di Fasano, l’unica cosa che ci restava da fare era appunto dare il massimo ed anche di più per offrire a Riù (così come fu fatto per Pedro) le migliori condizioni possibili di vita e tutte le cure e l’affetto che meritava, non da “ergastolano” come lo vedevano alcuni ma da vero fratello, da ospite d’onore, da padrone assoluto e da Sovrano del suo piccolo Regno fasanese!
Riù resterà per sempre nei nostri cuori…
La Direzione”
Su questa vicenda io penso che lo Zoo Safari di Fasano sia subendo attacchi mediatici assurdi.
Io sono la prima animalista che non tocca carne da sempre e ama smisuratamente gli animali. Posso testimoniare che vengono accuditi in maniera eccellente e vivono in completa serenità. Non sono circhi che io aborro da sempre.
Basta fare i leoni da tastiera.