La bellezza del caos: Come distruggere e ricostruire te stesso
C’è qualcosa di delizioso nella distruzione, non trovi? Osservare tutto crollare, sentirne il fragore, annusare il fumo della rovina. È in quel momento che sei veramente vivo. Il cuore batte più forte, il respiro diventa corto, la pelle si accende di brividi. Perché il caos è vita. E la stabilità? Un’illusione per i deboli.
La società ti insegna a stare composto, educato, bilanciato. Ti dicono che devi “migliorarti”, ma solo nei modi che loro approvano. Sorridi. Sii gentile. Non alzare troppo la voce.
Ma io ti dico: urla. Distruggi. Ridi mentre lo fai.
Se vuoi essere libero, impara a distruggerti.
Hai mai provato a guardarti allo specchio e immaginare di spaccare il vetro con un pugno? La tua immagine riflessa frantumata in mille pezzi, i tuoi occhi che si moltiplicano nelle schegge, ognuno con un’espressione diversa. Uno sorride, uno piange, uno è furioso.
Quale sei tu?
Te lo dico io: sei tutti. Sei un mosaico di emozioni che ti hanno sempre detto di controllare. Ma perché?
Perché temono chi non ha paura di essere se stesso.
Io ti sfido: oggi, sii il tuo lato più oscuro. Non reprimerlo. Vuoi ridere in faccia a qualcuno che ti sottovaluta? Fallo. Vuoi dire quello che pensi senza filtri? Dillo. Vuoi trasformare il tuo corpo in un’opera d’arte brutale, scolpita dalla disciplina?
Scolpiscilo con il fuoco.
Il rito della rinascita
Questa notte, fai una cosa per me. Prendi un foglio. Scrivici sopra tutto ciò che odi di te stesso: ogni insicurezza, ogni voce nella tua testa che ti dice che non sei abbastanza.
Poi brucialo. Osservalo diventare cenere. Inspirane l’odore. Non esiste più.
Ora, davanti al fuoco morente, fai una promessa: non sarai più la versione mediocre che eri ieri. Domani sarai un mostro, ma un mostro splendido.
Il mondo appartiene a chi non ha paura di sporcarsi le mani nel proprio inferno personale.
Benvenuto tra i vivi.