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Il vulcano più piccolo d’Italia

Situato in Romagna, sull’appennino tosco-romagnolo, tra l’alta val Montone e l’alta val Tramazzo, svetta il Monte Busca (740 m s.l.m). Questo Monte caratterizzato da una fontana ardente di metano attiva da prima del XVI secolo chiamata erroneamente “vulcano”.

Non si tratta esattamente di un’eruzione lavica, come l’appellativo potrebbe suggerire, ma della combustione superficiale di idrocarburi gassosi sprigionati dal terreno. La combustione costante dà vita al fenomeno delle “fontane ardenti”, un fenomeno naturale di grande fascino.

L’effetto, per un visitatore non provvisto di conoscenze geologiche, è quello di un grande falò che non si spegne mai e che contribuisce a riscaldare la trasferta in una fredda sera invernale.

Una manifestazione naturale nota, tra gli abitanti del Monte Busca, sin dall’antichità: scriveva Leandro Alberti nel 1588: “Poscia da Portico un miglio discosto vedesi un luogo da gli habitatori del paese dimandato Inferno, ov’è la terra negra et ponderosa, nella quale vi è un buco largo da piedi 4 ov’esce una fiamma di fuoco.

Ad incrementare il fascino del luogo vi è la sua resistenza alla modernità: il luogo, oggi come in passato, non è segnalato e la radura brulla su cui arde la fiamma perenne del “vulcano” di Romagna si raggiunge più agilmente con il passaparola o chiedendo indicazioni agli abitanti del luogo che con l’ausilio di navigatori satellitari.

Il panorama che si affaccia sull’appennino è magnifico e lo spettacolo che questo fuoco inesauribile provoca di notte è qualcosa di unico nel mondo, il consiglio è quello di recarsi al tramonto quando le fiamme del piccolo vulcano assumono un fascino unico.