Il sospetto, film danese di genere drammatico
Il Sospetto è un film danese del 2012 di genere drammatico, scritto da Tobias Lindholm e da Thomas Vinterberg e diretto da quest’ultimo. Ha una durata di 1 ora e 55 minuti. Il titolo originale del film, Jagten, può essere tradotto con il sostantivo caccia o con il verbo cacciare, il tema portante del film il sospetto, inteso in due modi:
1) la caccia al cervo che pratica la comunità e che funge per i ragazzi come rito di passaggio dall’adolescenza alla vita adulta;
2) l’individuo che, per un fraintendimento, è accusato di una cosa che non ha compiuto. Per questo è “cacciato” dalla comunità (nel duplice senso di allontanato e braccato).
La trama parla di un’educatore dell’asilo di nome Lucas (Mads Mikkelsen). Un uomo di 50 anni divorziato con un figlio, impegnato con una donna conosciuta nell’asilo dove lavora, Nadja (Alexandra Rapaport). Lucas è reputato da tutta la comunità come una brava persona. Klara, la figlia del suo migliore amico Theo (Thomas Bo Larsen), una bambina dell’asilo in cui Lucas lavora, è innamorata di lui.
Un giorno decide di lasciargli una lettera d’amore e baciarlo durante un gioco insieme agli altri bambini, venendo però rifiutata. Un pomeriggio, il fratello di Klara insieme a dei suoi amici le fanno vedere la foto di un pene preso da un film porno. Klara, arrabbiata con Lucas per averlo rifiutato, descrive per ripicca alla direttrice dell’asilo le parti intime del suo insegnante. Per questo motivo Lucas perde il lavoro, il rapporto con gli amici e la stima che ha di lui la comunità. Viene isolato e a volte malmenato da tutto il paese, che adesso lo ritiene un pedofilo.
Una vicenda che nasce da un fanciullesco malinteso e si trasforma in un torrente devastante per una persona che, noi sappiamo, non aver commesso nulla. Questa è la cosa più preoccupante. Ovvero essere accusato di una cosa che non hai fatto e non riuscire a provarlo, e per questo vivere come un emarginato. Il più possibile lontano da tutti. E in tutto ciò noi restiamo sempre dalla parte di Lucas (anche se in alcune parti rischiamo di vacillare) perché sappiamo come sono andate le cose e crediamo nella sua testimonianza. Ma il resto della comunità? Solo uno dei suoi amici crede nella sua innocenza e decide di aiutarlo. A dimostrazione del fatto che anche solo un piccolo gesto può far crollare la rispettabilità e la dignità di un uomo. Scagliando la collettività contro il singolo, ed essa è molto difficile da riconquistare.
Ma nel fortunato caso in cui questa innocenza è provata, le accuse smentite e tutto tornasse alla normalità, ci si pone una domanda. È davvero tutto finito o si rimane ancora etichettati seppur parzialmente? Il film si avvicina di più alla seconda ipotesi e ci sussurra dicendo che, una volta che il seme del dubbio (o in questo caso del sospetto) viene piantato nella mente, diventa difficile da estirpare completamente e ne rimarrà sempre una traccia recondita.