Musica

I primi passi verso la modernizzazione con il Compact Disc

L’era digitale è in continua evoluzione. Abbiamo prova ogni giorno di quanto cambino gli apparecchi che utilizziamo, come se necessitassimo di un aiuto in più nel corso della nostra giornata; ma siamo sicuri di questo?

Nell’ultimo articolo ci siamo lasciati in un’era totalmente diversa, analogica più precisamente, dove la novità era un solco che riproduceva musica, con un processo di lavorazione complicato.  Eccoci di nuovo qui per introdurre un’altra importante invenzione: il “Compact disc”

Se sei un ragazzo di vent’anni come me dirai: “cosa avrà mai di speciale, ormai è tutto digitale”. 

Ma in realtà l’introduzione di questo piccolo dischetto in policarbonato è stata una grande ricerca di innovazione da parte del mondo della telefonia, che ad oggi ci sovrasta.

La sua storia

L’idea di poter moltiplicare informazioni e digitalizzarle, rese curiose molte aziende, tra cui “Du Pont” e “Philips”. Secondo le prime osservazioni il disco aveva la capacità di riprodurre un’ora di musica per la grandezza di 600 MB di dati. Qualcosa di grandioso! Ma fin troppo da non essere letto dagli hard disk di allora, che avevano una capacità di soli 20 MB. 

Bisogna fare un’osservazione importante. Per molti non era facile accettare di passare dall’analogico al digitale. Era paradossale pensare di “digitalizzare” la musica. 

L’azienda “Du Pont” infatti, contraria ai primi risultati, decide di lasciare il progetto, facendolo proseguire solamente a “Philips”.

Al 1979 risale la progettazione definitiva del Cd. Philips si affiancò ad una società giapponese, la così nota “Sony”, che già dal 1975 sviluppò in maniera indipendente, la sua versione del compact disc.

Pochi anni dopo, nel 1981, ci fu la prima grande presentazione del Cd, che colpì al punto di lanciare il primo disco sul mercato, il 17 agosto 1982.

A partire da questo primo disco, prodotto dalla Philips, in una fabbrica in Germania, inizia il grande mercato dei cd, che va pian piano ad espandersi fino ad arrivare in Italia, nel 1986, con “The Dream of the blue Turtles” di Sting. 

Fabbricazione

Differentemente dal disco in vinile, il cd, ha un processo di produzione più rapido. 

Essendo un disco sopra cui non viene incisa l’onda sonora, ma memorizzata attraverso un raggio laser, è necessario che il tutto avvenga in un ambiente sterile. 

Entriamo in fabbrica e osserviamo questo processo! 

Un disco in vetro funge da campione. Come detto in precedenza, un raggio laser memorizza l’onda sonora.

In seguito il disco di vetro passa ad una serie di soluzioni fotoresistenti che permettono di creare il “master”, da cui poi verranno sviluppate le copie successive.

Lo strato viene fatto asciugare per 30 minuti, per poi essere ricoperto da una soluzione, che mette in evidenza i dati impressi. 

Il tutto viene portato avanti da una macchina, completamente automatizzata, che darà vita a centomila dischi, in una sola giornata. Quasi il triplo rispetto ai vinili. 

Prima di passare alla tipografia, al cd viene applicato uno smalto che facilita l’applicazione della serigrafia e infine viene asciugato da dei viaggi ultravioletti.

Così in 60 secondi sono pronti circa 70 cd da spedire in commercio.

Molto diverso rispetto alla produzione del disco in vinile non credi? 

Riguardo questo infatti dobbiamo fare un’osservazione importante. Continua a seguirmi.

Cosa cambia tra il cd ed il vinile?

Eccetto alcune differenze che abbiamo visto a livello di fabbricazione dei due dischi, possiamo considerare un altro fattore praticamente invisibile ai nostri occhi.

Il disco in vinile ha un suono analogico, dove la vibrazione della puntina può riprodurre esattamente l’onda sonora, proprio come veniva registrata.

Mentre nel cd la musica viene campionata. Che significa? 

Significa che quando il raggio laser copia l’onda registrata, vengono persi dei pezzetti.

Questo ovviamente non è percepibile al nostro orecchio, perciò da un punto di vista tecnico il cd risulta essere “migliore” .

Quelle imperfezioni sul disco in vinile, rappresentano il lungo processo di lavorazione che vi è dietro, che lo rende speciale. 

Ciò non toglie quanto sia stata importante la produzione del cd.

A partire dal 2020 le statistiche hanno riportato un calo nel mercato del cd.

Con lo sviluppo della tecnologia, è più facile ascoltare la musica in streaming o eseguendo un download digitale. 

Possiamo quasi affermare che la musica è stata resa “portatile”. Abbiamo a disposizione ogni canzone in ogni momento della nostra giornata, in ogni luogo, anche il più disperso; questo è l’aspetto positivo del progresso elettronico; ma quella sensazione di attesa per ascoltare un solo disco ?

Probabilmente noi dell’era digitale, non la scopriremo mai…

E tu cosa preferisci?

Flaxsa

Flaxsa

Mi chiamo Flavia Innocenzi, in arte Flaxsa. Sono una Dj ed una studentessa universitaria. Nei miei articoli cercherò di rendervi partecipi del mio mondo e delle mie esperienze; ma sopratutto mi impegnerò ad illustrare i benefici che la musica ha sul nostro corpo e sulla nostra mente.