Attualità

I disturbi mentali: la nuova pandemia

Che significato ha per te la salute mentale?

Tanti sono i disturbi di cui siamo a conoscenza al giorno d’oggi, ma parliamo dei più frequenti, di quelli che ormai crescono quasi in maniera esponenziale tra noi giovani, e che non sembrano fermarsi.

Vi viene in mente qualcosa? Ansia, panico, stress e depressione sono i più diffusi, sembra quasi che ormai non gli si possa sfuggire. Facciamo un piccolo salto indietro. Com’era vista la salute mentale in un’epoca precedente alla nostra? Era un vero e proprio tabù. Chi per caso osava soffrire di qualcuno di questi disturbi, veniva immediatamente catalogato come “pazzo” dall’intera società, e per questo emarginato.

Ma vi dirò di più; in tempi non troppo lontani, purtroppo esistevano i manicomi, luoghi che sapevano di buio, freddo, torture, sporcizia, ove non vi era completamente rispetto dei pazienti in qualità di persone, esseri umani. Venivano tutti trattati come fossero soltanto dei “casi umani” da isolare, degli
effetti collaterali della società. Perciò, quello era il significato della salute mentale ai tempi. Ma dubito che lì, in giro per il mondo, in mezzo alla società, non vi fossero altre persone che soffrissero. A dirla tutta, soffrire, sentirsi fragili e permettersi di essere umani, è anche un nostro diritto, forse tra i più importanti.

Nonostante, e fortunatamente, i manicomi siano stati chiusi, per anni questo argomento è stato sempre trattato con leggerezza, magari non da chi di competenza, ma dalla società in generale. Avevi vissuto tuo malgrado l’esperienza più traumatica della tua vita? Avevi patito il lutto più doloroso? Qualsiasi evento tragico tu avessi vissuto, dovevi assolutamente rialzarti da solo. Non ti era permesso mostrarti umano e far vedere agli altri la tua fragilità, raccontare della tua debolezza, o peggio, andare da uno specialista che ti “curasse”. Saresti stato sicuramente un folle.

Ma vi devo rassicurare, al giorno d’oggi non è più così, o meglio, l’argomento è più conosciuto, più raccontato, più preso sul serio. Oggi disponiamo di tanti strumenti che ci possano aiutare a stare bene: gli psicologi/psicoterapeuti, gli psichiatri, i centri psichiatrici, e via dicendo.

Ci sono ancora tante persone scettiche a riguardo. Alcuni pensano che loro siano pagati per ascoltarti, darti consigli, o diagnosticarti per forza qualcosa, pensano che tu sia un debole perché ti affidi a qualcuno che sia competente, piuttosto che parlare con amici e parenti. Spoiler: non è la stessa cosa!

Amici e parenti possono darci conforto, spesso anche dei consigli, un aiuto, ma in casi più complicati, in cui è possibile che non ci si senta capiti, o la situazione non sembra migliorare, è sempre bene rivolgersi ad una figura che ha studiato anni per stare lì seduto ad ascoltarti. Gli psicologi e gli psicoterapeuti in generale sono i nostri salvatori, e noi ne abbiamo bisogno.

Altro spoiler: non serve avere qualche disturbo mentale particolare per andarci! Parlare con qualcuno che non si conosce della propria vita e di tutte le problematiche che magari non si raccontano neanche alla persona più vicina a noi, è una grande fonte di liberazione. Ma soprattutto, riceviamo in merito dei
pareri oggettivi, perché abbiamo di fronte qualcuno che non è coinvolto sentimentalmente, che non ci ama, che non ci vuole bene, ma che ha a cuore solo la nostra salute mentale, essendo la priorità del suo lavoro.

Perché dico che i disturbi mentali siano la nuova pandemia? Perché tra noi giovani, oggi, sono in continua crescita. I fattori scatenanti possono essere tanti: i social, l’ossessione per il successo, per la perfezione, un evento traumatico, o talvolta ne può essere colpevole la famiglia.

Purtroppo, nessuno di noi nasce già preparato in questa vita, nessuno di noi sa già come viverla, come comportarsi con le persone, come non sbagliare. Tutti sbagliamo e spesso ci serve per imparare una nuova lezione. Ma ahimè, non è sempre così facile. Non appena finita la maturità, subentra in noi una nuova fase, dedicata alle responsabilità e alla ricerca della stabilità, ma spesso non si pensa alla propria felicità.

Si fanno le cose perché devono essere fatte, perché qualcuno ci dice che sia più giusto così, ma nel profondo, quasi mai si pensa a ciò che si desidera
davvero. Questo ci porta a mostrare sempre di più un senso di frustrazione, insoddisfazione, infelicità, pressione, e la vita diventa quasi statica, monotona, grigia, e a volte, te ne rendi conto quando hai 40, 50 anni e pensi che sia troppo tardi per cambiarla.

Prendiamo un classico esempio: hai 18 anni e devi scegliere cosa fare nella vita; i genitori magari ti vogliono medico, ma a te non piace per niente fare il medico, oppure vogliono che ti cerchi un posto fisso, ma a te non piace stare seduto per 8h al giorno. E non è perché non hai voglia di fare niente, ma è perché metti in primo piano te stesso, e ciò che ami fare.

Ecco, a volte non seguiamo ciò che vogliamo davvero, non pensiamo con la nostra testa. Nella maggior parte dei casi, è proprio questa frustrazione che ci porta sempre di più alla depressione, all’ansia e agli attacchi di panico. Non a caso, secondo alcune statistiche, questi disturbi sono in aumento del 30% rispetto agli anni precedenti. Quello che voglio dirvi è: dobbiamo avere a cuore noi stessi, i nostri desideri, la nostra identità, le nostre passioni e il nostro benessere. La salute mentale non riguarda solo il non avere malattie mentali o infermità varie. È un benessere fisico e mentale, un equilibrio che ci permette di affrontare al meglio le sfide della vita.

Perciò, prendiamocene cura. Noi giovani più che mai. E se sei più vecchio e pensi di non avere più tempo, sappi che non è così, non esiste alcun tempo per aggiustare le cose.


Scritto da: Mariachiara Schembari.