Horror History, trasformazione tra ieri ed oggi
Il genere horror ha subito un’evoluzione significativa nel corso degli anni, adattandosi ai cambiamenti culturali, tecnologici e sociali. Questa trasformazione si è allineata con l’evoluzione della società e dei gusti del pubblico, che oggi si avvicina sempre di più al genere rispetto al passato. I film horror di ieri e di oggi presentano differenze marcate in diversi aspetti: dai temi trattati alle tecniche di produzione utilizzate, fino all’uso rivoluzionario degli effetti scenici e speciali, che catturano sempre di più l’attenzione del pubblico, immergendolo nel vivo della narrazione. Più la trama è adrenalinica, più riesce a coinvolgere lo spettatore, che si sente parte della scena.
I film horror del passato spesso si concentravano su creature soprannaturali, leggende e miti popolari. Classici come Dracula, Frankenstein o L’uomo lupo esploravano paure ancestrali legate all’ignoto e al soprannaturale, soffermandosi sulla spietata innaturalezza dei soggetti e delle loro storie, quasi come un racconto noir. La narrazione era più lineare e spesso incentrata sulla lotta tra il bene e il male.
I film horror contemporanei, invece, continuano a riflettere le paure culturali, ma con una maggiore enfasi sulla diversità e l’inclusione. Esplorano una gamma più ampia di esperienze umane, affrontando temi come l’identità, la politica, le ingiustizie sociali, le paure infantili che diventano realtà, o la presenza di personalità disturbate. Spesso, queste storie trovano spiegazioni legate a traumi familiari, intrecciando temi drammatici e profondi. Questo approccio ha reso il genere più rilevante per un pubblico globale e, oserei dire, adatto ormai a tutte le età.
Sebbene i film horror di ieri e di oggi differiscano in molti aspetti, il loro scopo principale rimane invariato: evocare emozioni intense e offrire una catarsi attraverso la paura. Entrambi i periodi hanno contribuito in modo unico al genere, influenzando la cultura popolare e continuando a evolversi nel tempo.
Portando piccoli esempi, ma di grande peso, possiamo citare L’Esorcista, un film che ha scandalizzato generazioni, dai nostri nonni ai genitori, fino a noi, che da bambini sfidavamo la paura guardando questo colossal dell’horror firmato William Friedkin. Il mito de L’Esorcista continua a suscitare interesse e timore. La combinazione di elementi religiosi, psicologici e culturali rende l’esorcismo un tema affascinante e complesso. Già negli anni ’70, al momento della sua uscita, il film ha portato sul grande schermo un’inedita rappresentazione della lotta tra il bene e il male, culminante nel sacrificio di un eroe per salvare l’innocenza di una bambina.
Oggi, invece, possiamo prendere come esempio Art the Clown, protagonista della trilogia Terrifier. Se non l’avete visto e siete deboli di cuore (o di stomaco), vi consiglio di evitarlo. Questo mix tra splatter e horror estremo, diretto da Damien Leone, un giovane regista statunitense, supera di gran lunga il classico IT degli anni ’90. Terrifier offre un’esperienza viscerale, un susseguirsi di sangue e adrenalina che sembra voler trasformare il pubblico in parte attiva del cast, tanto è forte l’impatto visivo ed emotivo che genera.
Indubbiamente, i registi di oggi puntano maggiormente sul terrore e sugli effetti scioccanti. Temi come la religione, il mostro che uccide nei sogni o le stragi di Halloween sono diventati cliché, “minestre riscaldate” che pochi riescono ancora a rendere appetibili.
A mio avviso, i grandi film degli anni ’80 e ’90 restano immortali e, per me come per tanti altri, insuperabili. Chapeau ai vecchi capolavori del genere!