Gli psicofarmaci per curare l’ansia? Meglio evitarli
I farmaci anti-ansia sono tra i più utilizzati. Ho sentito che dall’inizio della pandemia di Coronavirus la richiesta di psicofarmaci è decisamente aumentata. Si va in farmacia per chiedere gocce e pastiglie che aiutano a controllare l’angoscia, ma anche farmaci più o meno pesanti, per favorire il sonno.
La classe alla quale appartengono di preferenza gli ansiolitici sono le benzodiazepine, che aumentano le azioni di una sostanza chimica naturale del cervello. Il GABA, che favorisce una maggiore tranquillità, poiché è uno dei neurotrasmettitori coinvolti nell’ansia.
Ma l’uso prolungato di benzodiazepine non è esente da controindicazioni. Può provocare infatti turbe della memoria e un peggioramento delle funzioni cognitive, ottundimento emozionale, depressione, sintomi fisici e anche dipendenza. Infatti, chi volesse interrompere l’assunzione dopo un lungo utilizzo, non può farlo all’improvviso.
Una sospensione brusca dal trattamento può provocare acuti sintomi da astinenza: convulsioni, reazioni psicotiche, gravi stati d’ansia, insonnia e disturbi digestivi. Ma tutto bene? Ci avveleniamo.
Assumere psicofarmaci ha un’importante controindicazione in più, soprattutto se questi “salvagenti”, che possono essere utili in alcuni casi molto gravi, vengono prescritti e utilizzati con troppa leggerezza. L’errore che sta alla base di questo comportamento è duplice. Da un lato non si riconosce all’ansia alcuna funzione. Il disagio che creano è l’unica cosa alla quale siamo in grado di pensare, un problema dal quale vogliamo liberarci il più in fretta possibile.
Ma l’ansia è anche un messaggio che ci viene dal profondo. E chiudere le orecchie a questo messaggio porterà la nostra interiorità a farcelo sentire anche più forte. Inoltre è davvero normale credere di non poter vivere senza un supporto farmacologico? Interferire con la chimica del cervello, che governa il delicato equilibrio tra emozioni e psiche, è estremamente pericoloso.
Gli psicofarmaci, ed ecco il secondo errore legato al loro abuso, sono il prodotto di una mentalità che ci trasforma in macchine efficienti, ma blocca la nostra maturazione, che si serve anche di momenti di crisi e di blocco per farci evolvere. Combattete l’ansia lavorando su voi stessi ancor prima di buttarvi sugli psicofarmaci, che tra l’altro non sempre sono una soluzione.
Non è facile e forse si rivelerà inutile ed inefficace per qualcuno, ma bisogna pur sempre provarci, soprattutto per evitare la dipendenza dagli psicofarmaci che, soprattutto a lungo andare, può portare a conseguenze ancor più gravi del male, psicologico, che volevano curare.