Femminicidio, una violenza che non sembra cessare
Dati, numeri, cause e soluzioni
2024: tra il 1° gennaio e il 18 novembre sono state uccise 99 donne, di cui 84 in contesti familiari e affettivi. Di queste, 51 sono state uccise da partner o ex partner.
2023: 117 le donne vittime di omicidio, 63 uccise da partner o ex partner.
2022: 126, di cui 61 uccise da partner o ex partner.
2021: 119, di cui 70 uccise da partner o ex partner.
2020: 116, di cui 60 uccise dal partner e 7 dall’ex partner.
Questi non sono solo numeri, ma volti, corpi e nomi di donne: amiche, sorelle, madri, mogli, figlie. Uccise con crudeltà da chi pensavano di amare e da cui pensavano di essere amate. Da chi credevano di potersi fidare. Da chi ritenevano fosse l’amore della loro vita. La loro colpa? Voler essere libere.
Ancora oggi, purtroppo, regna tra molti l’idea che l’uomo debba possedere la propria donna, che questa non possa essere libera di vestirsi come vuole o di uscire da sola con le amiche, se non in presenza del suo uomo. Quest’idea porta spesso l’uomo a oggettificare la donna, privandola della sua identità, decidendo al posto suo e, nei casi peggiori, aggredendola fisicamente. È un modo per dire: “Guarda cosa ti faccio se non rispetti le mie regole”.
Spesso, non si è libere neanche dopo la fine di una relazione tossica. Una donna può trovare il coraggio di chiudere con ciò che la faceva sentire imprigionata, ma questo non basta. Quel piccolo uomo meschino che non accetta di averla persa continua a possederla come un oggetto, pensando: “O stai con me, o con nessun altro”. Questa frase, troppo spesso, si traduce in un atto di folle crudeltà senza ritorno.
Diamo un nome a questi dati.
Giulia Tramontano era una giovane donna di 29 anni, originaria di una provincia di Napoli. Si era trasferita in provincia di Milano per convivere con il fidanzato, Alessandro Impagnatiello. Lavorava come agente immobiliare ed era incinta del piccolo Thiago.
Il 27 maggio 2023, Giulia scompare all’improvviso. Le ricerche iniziano, e Alessandro, apparentemente preoccupato, partecipa attivamente, ma si rivela solo un bugiardo patologico. Il 31 maggio 2023, il corpo di Giulia viene ritrovato nascosto dietro alcuni cespugli in un box auto, vicino alla loro abitazione. Alessandro confessa di averla accoltellata più volte dopo una lite, uccidendo anche il loro bambino mai nato.
La colpa di Giulia? Voler essere libera. Aveva scoperto la doppia vita di Alessandro, tradita e uccisa per aver cercato risposte.
Giulia Cecchettin, 22 anni, era una studentessa di Ingegneria Biomedica all’Università di Padova. Il 18 novembre 2023, il suo corpo viene ritrovato nei pressi del Lago di Barcis dopo essere stata uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, incapace di accettare la fine della loro relazione.
Perché queste crudeltà sembrano non avere fine?
La radice del problema sta nell’educazione. È fondamentale insegnare sin dall’infanzia la parità di genere, il rispetto reciproco e la gestione delle emozioni. Bisogna educare i giovani a riconoscere relazioni tossiche e a costruirne di sane.
Occorre rafforzare i centri antiviolenza, formare le forze dell’ordine e applicare rigorosamente le leggi contro la violenza di genere, monitorando le misure preventive come i braccialetti elettronici.
Ma la vera soluzione risiede in una società che riconosce la violenza di genere come un problema di tutti, non solo delle donne.
Scritto da: Mariachiara Schembari
Fonti: Wikipedia, Il Fatto Quotidiano, tgcom24.mediaset.it, vanityfair.it, osservatoriodiritti.it, tg24.sky.it, WordPress.com.
Immagini: Pinterest.