Django Unchained, film di genere western di Quentin Tarantino
Django Unchained è un film di genere western del 2012, scritto e diretto da Quentin Tarantino, remake del film Django del 1966 diretto da Sergio Corbucci. Ha come protagonisti Jamie Foxx (nel ruolo di Django), Christoph Waltz (nel ruolo del suo aiutante, il dottor King Schultz) e Kerry Washington (nel ruolo di Broomhilda, la moglie di Django) e come antagonista Leonardo Di Caprio (che interpreta Calvin Candie, un proprietario di piantagioni del Sud) e Samuel L. Jackson (nella parte di Stephen, il maggiordomo di Candie).
Django Unchained si svolge a metà dell’Ottocento vicino al Texas. Parla di uno schiavo chiamato Django che, una volta liberato dal dottor King Schultz, un cacciatore di taglie, diventa collega nonché amico di quest’ultimo. Dopo essersi fatto aiutare in diversi lavoretti, il dottore promette a Django di trovare e recuperare sua moglie, Broomhilda, la quale adesso si trova in una piantagione posseduta da un ricco e crudele latifondista, Calvin Candie.
Com’è facile da intuire dalla trama di Django Unchained, il tema portante di questo film è il razzismo perpetrato dai bianchi verso i neri. Ma, a differenza di altri film che trattano queste problematiche come 12 Anni Schiavo o Amistad, questa tematica è trattata in modo più ironica e divertente, prendendo in giro oltre a criticarlo, presentando diverse scene umoristiche
Schultz: “Magari, mentre discutiamo di affari, potreste mettere una delle vostre amabili creature nere di scorta al nostro Django per girare le vostre terre.”
Big Daddy: “Eh certamente… eh Bettina!”
Bettina: “Signor sì Big Daddy?”
Big Daddy: “Eh… come si chiama il vostro Jimmy?”
Schultz: “Django”
Big Daddy: “Django. Bettina, dolcezza, ora tu prendi Django e gli fai vedere le terre con tuuuuuutte le sue beltà”
Bettina: “Come ti pare Big Daddy” Schultz: “Ah Mr Bennet, devo rammentarvi che Django è un uomo libero, non si può trattare come uno schiavo ed entro i limiti del buon gusto va trattato come un’estensione della mia persona
Big Daddy: “Ho capito, Schultz. Bettina, dolcezza!”
Bettina: “Sì, padrone?”
Big Daddy: “Django non è uno schiavo, Django è un uomo libero, lo capisci?”
Bettina: [fa una faccia confusa]
Big Daddy: “Non si può trattare come tutti gli altri negri di qui perché non è come tutti gli altri negri di qui, è chiaro?”
Bettina: “Tu vuoi che lo tratto come uomo bianco?”
Big Daddy: “No, questo io non l’ho detto”
Detto ciò, non mancano sequenze che affrontano la problematica con un tono più serio (diverse scene di torture e fustigazioni) che vengono accostate a sequenze completamente tarantiniane (il monologo di Old Ben, le diverse sparatorie). Inoltre, al posto di composizioni dell’epoca, Tarantino opta per delle canzoni rap. Sottolineando e rafforzando il concetto di emancipazione e di liberazione dalla schiavitù, e la più importante tra queste (Unchained, il mash-up nato dalla canzone Untouchable di 2Pac con The Payback di James Brown) viene inserita nel momento più climatico di tutto il film, quando il protagonista deve uscire vivo da una sparatoria ed evitare di essere catturato; senza anticipare nulla. Il film finisce con la canzone Trinity di Annibale e I Cantori Moderni, la stessa per intenderci con cui finisce il film Lo Chiamavano Trinità.
In conclusione, menzioniamo il fatto che la parola Unchained del titolo fa riferimento non solo alla rabbia e alla ribellione, pronta ad affiorare e a essere utilizzata per prendersi la propria meritata indipendenza, ma anche alla sua condizione, che da schiavo oppresso in catene passa a uomo libero e scatenato.
Django: “76 anni Stephen. Quanti negri avrai visto andare e venire eh, settemila? Ottomila? Novemila? Novemila novecentonovantanove? Ogni singola parola uscita dalla bocca di Calvin Candie non era che una stronzata, ma su una cosa aveva ragione: io sono quel negro su diecimila”