Conseguenze dell’utilizzo dei social in giovane età
I rischi per la crescita dell’individuo
Il mondo digitale, dando accesso ad un numero quasi infinito di informazioni, può essere una grande finestra di possibilità per l’informazione e la formazione.
Tuttavia, sebbene lo sviluppo di una rete di interconnessione abbia reso molto più rapido il passaggio di informazioni e molto più semplicemente creare contatti con chi è lontano o semplicemente intrattenersi, l’internet e soprattutto i social possono rappresentare un potenzialmente pericolo per le ultime generazioni che si stanno ancora formando.
Già nell’età adulta un utilizzo eccessivo dei social può causare depressione, disturbi del sonno e dell’attenzione.
Infatti, col medesimo principio con cui le droghe danno dipendenza, i social riescono a massimizzare il tempo di utilizzo degli utenti tramite il “contagio emotivo” che controlla l’umore del pubblico a seconda dei contenuti mostrati e lo spinge a desiderarne sempre di nuovi.
Questo fenomeno di condizionamento psicologo è stato ben analizzato anche da enti scientifici come il MIT che nell’articolo “Technology review” in cui vengono esaminati gli effetti negativi dei social sulla psiche.
Considerati questi effetti già potenzialmente catastrofici per un adulto già sviluppato, si può ben immaginare quanto più dannoso sia esporre allo stesso rischio un individuo di giovane età.
Nei più piccoli il rischio maggiore è di sviluppare una vera e propria dipendenza dai social che provoca aggressività ed atteggiamenti violenti. Anche isolamento dai coetanei e dalla famiglia oltre ad un grave deficit dell’attenzione con la conseguente diminuzione della resa nell’apprendimento.
I rischi poi cambiano a seconda dei contenuti mostrati e della presenza o meno dei filtri. Contenuti violenti o con termini scurrili daranno certamente un modello negativo che verrà emulato dal giovane pubblico che non riesce ancora a discernere ciò che è realtà da ciò che è finzione, ciò che è bene da ciò che è male.
I rischi nella fascia d’età successiva variano. Quella adolescenziale è la fase della vita dove una persona inizia a consolidare il proprio carattere e a prendere coscienza di sé. Oltre ad essere il periodo in cui statisticamente si costruiscono i rapporti più duraturi nel tempo.
I social danno spesso un’immagine distorta della vita. Le modelle, gli atleti, gli influencer mostrano nella maggior parte dei propri contenuti un fisico da sogno ed una vita perfetta fatta di vacanze in mete esotiche, grandi macchine, ville con piscina, vestiti e gioielli.
I giovanissimi quindi tendono a fare un confronto tra la propria vita e quella che vedono riflessa nei propri schermi. L’ovvia incongruenza tra le due crea un fortissimo senso di insoddisfazione nei confronti di ciò che si ha e di chi si è.
Spesso i ragazzi sviluppano disturbi di ansia legati a questo senso di inadeguatezza. Oltre che la sindrome patologica da paura di perdersi qualche evento o possibilità, designata con l’acronimo F.O.M.O. (Fear of missing out).
Non mancano i casi in cui i social sono stati al servizio del cyber bullismo o hanno spinto individui fragili nel baratro dei disturbi alimentari. Come non è assolutamente da trascurare il rischio di adescamento da parte di persone poco raccomandabili.
Fortunatamente però sui social esistono anche content creator che cercano ogni giorno di sensibilizzare l’audience su argomenti delicati come la body-positivity e la skin-positivity: esempi ne sono Silvia Amorosino (@silvia_amorosino), Carlotta Bertotti (@carlotta_bertotti), Giulia Lamarca (@giulialamarca), Laura Brioschi (@lovecurvy__laurabrioschi).
Sui social non mancano pagine di cultura che potrebbero avvicinare i giovani alla scienza, alla sfera della salute, alla letteratura, alla storia, all’arte e al mondo della creatività. Possiamo sicuramente prendere in considerazione creator come Vincenzo schettini (@lafisicachecipiace), Matteo Saudino (@matteosaudino, conosciuto come BarbaSophia), Edoardo Prati (@edoardoprati_), i ragazzi di HEIMI (@heimi.saluteeprevenzione) e le ragazze di Gen_S (@generazionestem).
Sarebbe quindi giusto allontanare del tutto i giovani dal mondo dei social? Purtroppo la questione non può essere districata se la di osserva con la sola visione bivalente di giusto e sbagliato.
Il punto è che la tecnologia continua ad avanzare e con lei anche il modo di vivere si evolve e cambia. L’internet e i social circondano la nostra vita e riempiono le nostre giornate. È quindi quasi impossibile riuscire ad evitare che i giovani vengano in contatto con questa realtà virtuale.
È possibile però accertarsi che il tempo di utilizzo sia limitato e che i contenuti mostrati siano adeguati all’età dello spettatore. Si cerca così di utilizzare i social nella maniera più educativa possibile cautelando allo stesso tempo i bambini e i ragazzi.
Utilizzare questa grande arma di comunicazione è possibile oltre che necessario. C’è solo bisogno di pazienza e, forse, di dare un po’ più di restrizioni ai propri figli. Troppo spesso lasciati incustoditi ed inermi nelle strade buie del mondo dei social.