Come sopravvivere con un neonato a 300km da casa
Cosa c’è di più complicato di affrontare nove mesi di gravidanza e post partum? Farlo lontano dalla propria famiglia.
Ciao, sono Michela, ho 29 anni e sono mamma di Ottavia, di 15 mesi. Se anche tu hai vissuto una situazione simile alla mia, sei nel posto giusto.
Il 23 aprile 2022 scopro di aspettare un bambino. Il 28 aprile 2022 mi trasferisco da Roma a Campobasso. Inizia qui il mio lungo viaggio.
La gravidanza, si sa, è una montagna russa di emozioni e paure. Proviamo a collocare tutto ciò in una nuova città che non si conosce minimamente. Ero una bomba che doveva solamente esplodere, in tutti i sensi.
Questo articolo non vi spiegherà come riuscire a stare lontano dalla famiglia senza troppe difficoltà, perché credo sia quasi impossibile, ma come soffermarvi di più sugli aspetti positivi che ciò può comportare, per imparare ad accettare pian piano questa nuova condizione. E lo farò attraverso il mio racconto personale.
Durante l’attesa della mia bimba, andando avanti con i mesi e non sentendomi più in grado nemmeno di guidare, la sensazione sperimentata era quella di essere una matrioska. Ingabbiata in una città che non conoscevo, in un corpo che non ri-conoscevo, in una casa che non era la mia. Qual’è stata la mia via di fuga? Allenare la mente.
Leggere, praticare yoga e pilates, con la consapevolezza che una volta diventata mamma non ci sarei più riuscita. Ho divorato libri come non facevo dai tempi del liceo, mi sono sentita forte capendo che potevo gestire il mio corpo facendo sport anche se ero in una situazione completamente diversa dalla mia forma fisica generale.
Inoltre, ovviamente, la tecnologia mi è venuta in soccorso. Le videochiamate da me tanto odiate sono diventate la mia routine e tantissime pagine sulla maternità il mio posto preferito dove navigare.
Decido di partorire a Roma per avere i miei affetti vicino almeno in quel momento ed il 27 dicembre 2022 nasce Ottavia.
10 giorni dopo siamo di nuovo in viaggio verso il Molise, che vi posso assicurare, esiste ed è bellissimo; ma che forse non riuscirò mai ad amare veramente, sentendo così forte la mancanza della mia città.
Alla matrioska si è quindi aggiunto un pezzo:
Città che non conosco, corpo che non ri-conosco, casa non mia e soprattutto bimba che devo conoscere.
Vi sembrerà impossibile uscire da questa situazione. Sbagliato.
Il tempo passerà e la città che non conoscevate inizierete a visitarla. Il vostro corpo tornerà come prima, la vostra casa inizierete a vederla accogliente essendoci un piccolo esserino ad abitarla che, scoprirete, diventerà la vostra fonte di stanchezza principale ma anche la vostra perenne compagnia.
Voglio dirvi quindi che un modo per sopravvivere con un neonato a distanza può essere solo quello del darsi tempo, sicuramente ne servirà molto di più e a volte avrete la sensazione di non risalire mai la china da questo periodo che regala gioie e meraviglie ma che è altrettanto difficile e ci mette a dura prova. Noi mamme siamo molto pratiche, troviamo subito soluzioni ai problemi e gli aspetti meno concreti a volte non ci sembrano reali o fattibili.
Ma datevi fiducia, datela al vostro corpo e al vostro bimbo, chiedete aiuto al vostro compagno o a chi avete vicino quando serve, non vergognatevi.
Lentamente, come alla fine di un lungo letargo, tornerete a splendere.
Con amore,
Michela
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