Come possiamo tornare a prenderci cura di noi stessi?
Per chi devo essere bella? Tanto nessuno mi guarda.
Fatichiamo a volerci bene e a credere in noi stessi, ma questi sono elementi essenziali per mantenere un buon rapporto con il cibo e non usarlo come tappabuchi. E siamo troppo dipendenti dai modelli di perfezione che la società ci propone. Crediamo di vivere solo per pagare il mutuo, per il lavoro, per la pizzata del sabato sera con gli amici, per essere una brava moglie e un buon marito. Allora l’anima si ribella, diventa pesante, si zavorra di grasso. Ingrassare è il segnale che siamo bloccati, paralizzati da troppi doveri, responsabilità, modelli esteriori e false certezze.
Magari apparentemente i conti tornano, ma che ne è del piacere di vivere? Ebbene, il piacere di vivere abita più di tutto e prima di tutto dove regnano creatività, immaginazione, eros, passioni, desideri… È questo incanto che è svanito dalla vita. Certo, siamo concreti, siamo pratici, assolviamo ai nostri doveri. Ma se la vita è solo concretezza, più concreto del cibo non c’è nulla. Più pensiamo in questo modo limitato e più l’anima si zavorra, restando incollato a terra.
Mangiare diventa l’atto più semplice, sicuro, e insieme onnipotente e afrodisiaco. È come se l’anima dicesse: “ Dunque sarebbe questa la vita? È tutto qui? E io mi butto sul cibo”.
Così facendo, però, il mondo interiore si allontana sempre di più e viene via via sostituito dal grasso. Che porta in superficie nel modo più concreto la rinuncia a vivere pienamente.
Come possiamo tornare a prenderci cura di noi stessi?
Prima di tutto scoprendo quei volti che ci abitano e che abbiamo dimenticato. Più ci limitiamo a un solo personaggio, più ingrassiamo. Nessun essere umano può vivere solo per fare la mamma, il marito, l’impiegato.
Nessuno, può vivere esclusivamente nella realtà esterna. Chi ingrassa fa funzionare la sua vita materiale, si preoccupa di aver affetti stabili, figli e partner contenti, un lavoro che frutta bene.
Ma perde di vista il “mondo invisibile”, le energie che regalano la voglia di vivere: ma è proprio di questo che bisogna prendersi cura.
Dobbiamo tornare ad ascoltarci, portare l’attenzione su quello che desideriamo in questo preciso istante.
È importante chiedersi, durante la giornata: “Io, in questo momento, cosa provo?”. Occorre rispondere senza ingannarsi. Se mi sento triste, devo percepire la tristezza, è così la rabbia, l’insoddisfazione, il senso di scoraggiamento.
Rivolgere lo sguardo ai nostri stati d’animo, diventarne consapevoli, significa evitare di ricorrere al cibo e di gratificarsi solamente mangiando.
Ci sono diversi modi per stuzzicare la propria anima.
Io leggo ottimi libri per stimolare la mia immaginazione, leggere ti permette di vivere tante vite, al tempo stesso per stimolare la mia creatività coloro e dipingo.
Ho rapporti sessuali quotidiani con il mio partner o autoerotismo per mantenere l’eros acceso. Pratico molto sport perché è la mia passione. Prima delle bollette e del mutuo ci sono io, Yelena, sono più importante.