Come l’ospedale mi ha fatto dimagrire di 10kg
Nel bel mezzo di un ricovero non volontario…
Cari lettori e lettrici,
Finalmente ci possiamo nuovamente dedicare ad un’altra parte molto importante che spesso è tralasciata nel parlare dei disturbi alimentari.
Come sempre, cerco di espormi con voi, nel tentativo di potervi realmente mostrare come certe situazioni accadono. Molto spesso quando si soffre di un disturbo alimentare, con tanto dispiacere, ci si ritrova ricoverato. Ebbene anch’io lo sono stata, per ben due volte, ma questa è tutta un’altra storia che per oggi lasceremo un po’ da parte.
Quando si arriva alla necessità di un ricovero vuol dire che il BMI è arrivato ad un livello davvero basso e pericoloso per la salute. Io, oggi, non vi dirò il motivo del mio primo ricovero, magari più avanti riuscirò a farlo, ma parlerò di come molto spesso in uno ospedale, non sempre si viene seguiti nel modo corretto.
Ricordo che a causa del motivo per il quale venni ricoverata, mi era permesso di vedere poche persone e di non poter uscire dal reparto.
Mamma e papà non hanno mai smesso di combattere, anche quando, davvero la situazione sembrava sgretolarsi sempre più. Mamma non poteva portarmi nulla da mangiare; penso che ora voi vi starete chiedendo perché.
Il primo ricovero non era dovuto al disturbo alimentare, ma esso continuava comunque a fare parte della mia vita.
Gli psichiatri si impegnavano su determinati aspetti (che non dico non fossero importanti) ma nello stesso momento tralasciavano ogni vassoio pieno che tornava tra quelli vuoti dei miei compagni di reparto.
Ero seguita da più di un anno ormai, ma nonostante ciò “il problema” per il quale mi ero recata la prima volta, era continuamente sottovalutato.
Passai ben 17 giorni, mangiavo grissini, questo me lo ricordo bene, così come il peso che sempre più diminuiva. Cercavano di curarmi mentalmente, ma non veniva presa nessuna decisione riguardo alla parte fisica. E si, ero in ospedale.
Mi ricordo papà litigava per tirarmi fuori da quel posto, che al posto di aiutarmi, piano piano mi stava sempre più distruggendo. Ed io nemmeno me ne rendevo conto.
Con questa mia esperienza, voglio farvi capire che molte volte bisogna stare attenti a chi realmente ci si affida, non sempre tutto ciò che si dice e fatto è giusto. Non dico che l’ospedale non sia di grande importanza ma posso affermare che per me è stato solo un aiuto per la mia “mente malata” a raggiungere obiettivi catastrofici.
Date importanza ad ogni singola cosa, non lasciatevi trascurare. Soprattutto, anche quando la malattia possa farvi sentire bene nello “stare male”, perché si è questa la verità, lottate, lottate ancora di più.
La vostra scrittrice Mc.