Crescita personale

Come impara l’amore chi non l’ha appreso

Tanti anni fa, non troppissimi in realtà, c’era una bambina, una bambina che voleva solo essere amata per quello era. Così com’era, senza doversi ridimensionare, cambiare, senza dover fingere di essere chi non è per essere accettata. Quella bambina alla fine è riuscita a scegliere sempre se stessa. Non prima però di essersi mentita, umiliata e di aver cercato in tutti i modi di soffocarsi solo per cercare di sentirsi accettata.

La storia di questa bambina, inizia in una famiglia disfunzionale, nata da una relazione sbagliata. Nata da una coppia che non si è mai amata o meglio, l’amore c’era ma era tossico, e se è amore quello, allora ritorno a sostenere che tale coppia non si sia mai amata veramente. Ha usato questa creatura come strumento per continuare a ferirsi, ancora e ancora anche dopo la fine del loro matrimonio, anche dopo che avevano finito le loro armi personali per farsi del male.

Una vita venuta a questo mondo con il solo intento egoistico di tenersi un uomo accanto, ma il piano non ha funzionato. Non solo quella donna non è riuscita a legare quell’uomo a vita a se, ma quella creatura non ha mai avuto un padre. Perché lui ha preso e ha semplicemente ricominciato da capo, con una nuova moglie, una nuova bambina, due anzi, facendo finta, che tutto ciò che c’era stato prima semplicemente non fosse mai esistito, d’altronde si trattava solo di 5 anni in totale da cancellare, semplice.

Chi di noi non ha mai voluto cancellare parte della propria esistenza? Chi di noi non ha mai sbagliato così tanto da sperare di poter poter ricominciare da capo? Di fare le cose diversamente? Chi?

Dunque, dopo tanti anni, ed essendomi trovata in una relazione tossica, quella bambina ha perdonato suo padre, perché l’ha capito. Ma io, io adulta non lo perdono. Non recupererò mai il rapporto, perché, pur con tutte le comprensioni del caso, ci è andata di mezzo un’innocente. Un’innocente che è rimasta coinvolta in dinamiche in cui non c’entrava nulla e a causa delle quali, si è attaccata, nel corso della sua vita a qualsiasi uomo. Seppur ci fossero i manifesti che fosse sbagliato, pur di avere una figura maschile al suo fianco e per i quali ha fatto di tutto in suo potere per non farli andare via, pure prendersi le botte.

La stessa bambina invece non ha mai perdonato sua madre, e mai lo farà. Parliamo di una bambina messa in collegio all’età di 3 anni e dall’età di 7 sbattuta in custodia a chiunque, purché sua madre si facesse la sua vita. Io invece, ho provato a non provare più odio, ho provato a non dare tutte le colpe delle mie scelte sbagliate a questa donna. Ed a un certo pento ci sono riuscita, ci sono riuscita a prendermi mie le responsabilità, a non scaricare le mie colpe su qualcun altro solo per lavarmi la coscienza. Ci sono riuscita a liberarmi dell’odio, che mi ha consumata dentro come un cancro. Ci son riuscita a dedicare le mie energie a me stessa, per amarmi e migliorarmi invece di sprecarle odiando. Tutto questo, grazie alla terapia ovviamente, non sono una super eroina!

Ciò che né quella bambina e nemmeno io potremo mai perdonare è il fatto che a causa di tutto ciò non abbiamo mai imparato ad essere amate.

Neurologicamente l’amore si impara nei primissimi anni di vita e lo si impara, sorpresa sorpesa, dai propri genitori. E allora come impara l’amore una persona che avuta tale infanzia?

Beh, parlando della mia esperienza io ho imparato a dare amore a qualsiasi persona mi facesse (nella mia opinione) del bene. Sono diventata una brava persona, che ha sempre aiutato il prossimo, i suoi amici, ho sempre avuto come mantra: “so cosa vuol dire non essere amati dalle persone obbligate per legge divina, i propri genitori, quindi io voglio dare tutto l’amore di cui sono capace alle persone a cui tengo”; e così faccio.

Il contro di tutto questo amore che son capace di dare è che non so come riceverlo. Non so cosa vuol dire essere amati, e quando qualcuno mi ama veramente dubito sempre che sia solo perché sono io, ma ci ficco sempre qualche trama complottista e finisco per rovinare tutto, per auto sabotarmi.

Perchè io l’amore lo voglio da chi non mi ama, da chi non mi vuole (come i miei genitori) o da chi mi da un amore tossico. È l’unico che conosca. E farò sempre di tutto per dimostrare a queste persone che sono degna del loro amore. E nonostante tutte le terapie in prima battuta mi mentirò, mi umilierò e soffocherò ciò che sono pur di essere amata. Ma grazie a tanto lavoro ad oggi mi accorgo di questi meccanismi che scattano perché sono intrinsechi nel mio carattere e riesco, quasi sempre, a scegliermi e a non seppelirmi più.

Per tutte queste vicissitudini che mi hanno portata ad essere quella che sono a volte mi sento meno umana. Infatti non riesco sempre a piangere per una situazione che mi fa stare male.

Ho pianto talmente tanto in vita mia che, anche se, a volte vorrei piangere con quel pianto singhiozzante, non riesco. Credo che ad un certo punto della mia esistenza io abbia finito le lacrime. Con questo non vuol dire che non ci sto male per una situazione. Semplicemente il mio star male si è trasformato. E il mio dolore lo consolo facendo a me stessa ancora più male (non sono autolesionista, non intendo quello).

Intendo dire che mi affosso ancora di più: alcool, droghe, sesso promiscuo, auto sabotaggio, auto isolamento dai miei affetti, etc. Così il giorno dopo finalmente piango. Credo, di aver deciso ad un certo punto, che nessuno può più ferirmi e se qualcuno lo dovesse fare io me ne faccio il doppio.

Vuoi farmi male? Nessuno sa farmi male meglio di me. E in qualche maniera, non piango più per nessuno se non per me stessa
La consideriamo vittoria?