Chi siamo, da dove veniamo e perché siamo qui?
Non so voi, ma io mi pongo molte domande, chi siamo, da dove veniamo, perché siamo qui?
Cerco e ricerco risposte nelle letture. Da quando l’uomo è divenuto un essere capace di riflettere, si è certamente posto delle domande sulla propria identità e sulla propria origine. Per migliaia di anni la risposta si è basata su narrazioni mitologiche e successivamente su dottrine religiose. Per la tradizione Ebraico-cristiana, ad esempio, l’origine dell’uomo risale alla creazione di Dio.
“Allora il signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Bibbia Genesi 2,7.)
Al giorno d’oggi, nemmeno il papa sosterrebbe che la specie umana che popola la terra discenda direttamente per via biologica da Adamo ed Eva. Forse questi due rappresentano in forma simbolica il principio costitutivo dell’umanità. La strada per giungere ad una credibile teoria sull’origine dell’uomo, tuttavia, è molto lunga. Se già durante l’antichità vi furono filosofi e medici che concepivano l’uomo come un essere naturale, è però solo con l’età moderna che si fa strada l’esigenza di elaborare una teoria naturalistica dell’origine dell’uomo. Ossia una teoria che spieghi da dove proviene l’uomo senza impiegare nozioni mitologiche, religiose o metafisiche.
Oggi non esiste nessuno scienziato serio che negherebbe il fatto che l’uomo sia il frutto dell’evoluzione naturale e che dunque vada studiato scientificamente alla stregua di tutti gli altri enti naturali. L’uomo è un essere naturale, eppure, allo stesso tempo, si distingue dagli altri animali in modo evidente. Non tanto per il suo aspetto fisico, ma per il fatto di essere caratterizzato dalla cultura. Cioè dalla trasmissione per via simbolica che avviene all’interno della comunità umana, di lingua, conoscenze, valori, modelli di comportamento, tecniche, costumi.
Gli etologi hanno scoperto che, in realtà, esistono alcuni esempi rudimentali di trasmissione culturale anche nel mondo animale, in particolare tra le scimmie. Soltanto che a questi nostri discendenti mancano non solo le nostre sviluppate facoltà intellettuali, ma soprattutto la possibilità d’immagazzinare il patrimonio culturale progresso, facoltà consentitaci solo grazie al linguaggio ed al pensiero astratti
Nel corso dell’evoluzione umana, a partire da circa 40.000 anni fa, si è assistito ad un vero e proprio decollo culturale, Homo sapiens. Presumibilmente dotato del linguaggio, ha acquisito la capacità di realizzare manufatti raffinati. Ha sviluppato forme di rappresentazione artistica, ha cominciato a seppellire i propri defunti in modo tale da far pensare all’esistenza di culti religiosi. Ossia è diventato propriamente un essere colturale.
Circa 12.000 anni fa, con la comparsa dell’Homo Sapiens, avviene la cosiddetta rivoluzione neolitica. Per cui l’uomo ha cominciato ad avere insediamenti più o meno stabili in un territorio. Dando vita a dei veri e propri villaggi e inventando in sequenza, l’allevamento, l’agricoltura, la scrittura, le tecniche di lavorazione della ceramiche e poi dei metalli.
Da lì in avanti, compaiono società strutturate e dotate di un patrimonio culturale ricco e complesso, per cui si parlerà di comparsa di civiltà.
Quindi ricapitolando, abbiamo detto che l’uomo è da intendere come essere naturale. Nel senso che va sottoposto ad un’indagine obiettiva come tutti gli altri enti del mondo.
Abbiamo anche detto che l’uomo è, allo stesso tempo, un essere tipicamente culturale. Poiché ciò che lo contraddistingue è innanzitutto la sua capacità di trasmettere ed apprendere un notevole bagaglio di conoscenze e modalità del comportamento, attraverso la sua relazione con gli altri membri della sue specie.
La questione delle origini dell’uomo va dunque problematizzata. Da quanto esiste l’uomo? Quali sono le caratteristiche che ci segnalano la sua comparsa in mezzo alle altre specie ? Non è possibile dare una risposta.
Per la maggior parte degli studiosi, si può parlare di uomo con la comparsa del bipedismo, ossia più di 5 milioni di anni fa. Il punto è che l’uomo è allo stesso tempo un animale come tutti gli altri.
Ricostruire e spiegare le origini dell’uomo è molto difficile, in quanto si perdono nel tempo e ci costringono ad operare con pochi dati e congetture. Dunque, nessuno può darci attualmente una risposta davvero certa su come sia avvenuto questo processo di dominazione. Alla fine, penso che scopriremo questa cosa solo da morti, ma non potremo raccontarla.