Ansia da occhiali : consigli per l’uso
Dieci anni fa mi presento alla visita medica per certificare la presenza dei requisiti fisici necessari al rinnovo periodico della patente di guida B.
Il medico mi chiede di leggere le lettere con un occhio per volta: prima senza occhiali, poi con gli occhiali. Ottengo il rinnovo con riserva, poiché avrei dovuto farli controllare, essendo evidentemente poco adatti. Rispondo che li avevo ritirati il giorno prima. La dottoressa, palesemente sollevata, mi congeda con la raccomandazione di sottopormi a una visita oculistica almeno tre mesi prima del prossimo rinnovo, senza aspettare l’ultimo momento, perché gli occhi hanno bisogno del loro tempo per adattarsi al nuovo dispositivo.
Quattro anni e mezzo dopo mi rivolgo all’oculista, che rimanda la visita di tre mesi. Novanta giorni più tardi conferma che gli occhiali vanno bene. Spiego al nuovo medico la vicenda di cinque anni prima e iniziamo la verifica, prima senza, poi con gli occhiali.
A destra raggiungo e addirittura supero i dieci decimi, ma la dottoressa segna otto. Sudo freddo, perché so che otto decimi è il minimo di legge. Avevo appena spiegato che a sinistra arrivo sì e no a quattro decimi e già mi vedo appiedata. La dottoressa segna cinque, il minimo indispensabile per ottenere il rinnovo.
Con grande dolcezza mi spiega che la legge è cambiata: la differenza di diottrie tra i due occhi non deve superare tre. Per me, però, la differenza è sei. In teoria non avrebbe potuto rinnovarmi la patente. Tuttavia, per me, come per altri, è stata costretta a commettere falso in atto pubblico, rinnovando comunque il documento. Mi augura di non trovarmi mai nel posto sbagliato al momento sbagliato e mi confida che da anni usa solo mezzi pubblici. La ringrazio ed esco, meno tranquilla di come ero entrata.
Passano altri cinque anni, e ci risiamo. Cambio nuovamente agenzia pratiche auto e, per maggior sicurezza, non solo città, ma addirittura provincia. Per fortuna l’appuntamento era fissato due giorni prima, altrimenti avrei sofferto ancora di più durante le 56 ore precedenti, sonno compreso. La notte prima avevo sognato di guidare tenendo la sinistra per schivare un cagnolino, che però finiva schiacciato dalla macchina proveniente in senso contrario. Ho avuto questa scena in testa tutto il giorno, considerandola un triste presagio.
Entro, consegno la foto, la patente in scadenza e la carta d’identità. Chiedo quale norma verrà applicata. Il giovane impiegato non capisce, mi fissa e mi invita a rivolgermi al medico. Dopo mezz’ora d’attesa, arriva il mio turno.
Faccio la stessa domanda al medico, che alza lo sguardo e risponde:
— Tranquilla. Qui vedo obbligo di lenti, quindi, con gli occhiali. Prego, cominci dall’occhio che preferisce.
Parto all’attacco con il destro: segna dieci. Tiro un sospiro di sollievo. Sul sinistro, invece, si ferma a due decimi e mi dice:
— Ci vediamo fra cinque anni. Buona giornata.
Non ha nemmeno aspettato di verificare se arrivassi a quattro, il minimo di legge.
Oggi, 7 gennaio 2025, sono ancora tranquilla. Comincerò i miei due anni di ansia il 3 maggio 2026, esattamente 700 giorni prima della prossima scadenza.