Musica

L’analisi della canzone “Come Pripyat” di Caparezza

È già disco di platino l’album “Exuvia” di Caparezza uscito l’anno scorso e di cui fa parte il brano “Come Pripyat” che ho deciso di analizzare in questo articolo.

In questa canzone rap, in cui è presente una melodia in stile anni ’80, non udiamo la solita voce modificata col filtro ironico che siamo soliti sentire quando Caparezza canta, in quanto il rapper usa stavolta un tono serio. Ci comunica una crisi filosofica contemporanea attraverso lo strumento della musica che, come diceva Beethoven, riesce ad arrivare là dove le parole non possono. Ma cosa rende questa canzone così speciale? La prima cosa che salta all’occhio è il grande numero di diverse inquadrature nel video del brano a spiegazione del fatto che per comprendere a pieno una determinata situazione, bisogna imparare ad osservarla da più punti di vista.

Caparezza non è come quei tipi di rapper stravaganti che si vestono con abiti firmati. Non porta collane, non ha tatuaggi e nelle sue canzoni non parla né di prostitute né di droga. È un rapper unico nel suo genere, in quanto con la sua arte porta sempre in primo piano profonde analisi politiche con qualche tocco satirico nelle sue critiche sociologiche.

Ecco cosa in sintesi rappresenta la canzone “Come Pripyat” a livello di analisi testuale:

  • Critica verso un’intera generazione giovanile ormai immersa nel mondo dei social a livello contenutistico superficiale e distaccamento degli elementi dicotomici artista-opera con libera interpretazione.
  • Critica verso una ideologia giovanile che vede nelle figure forti e violente un punto di riferimento. D’altronde lo stesso filosofo Khalil Gibran ne “L’arte di conoscere sé stessi” esortava a spostare l’ammirazione dai condottieri bellici verso i pensatori filosofi.
  • Sconfiggere l’inedia del pensiero e motivare ad agire affinché nella società si rompano quei “muri di vetro” che ci separano al fine di fruire al meglio la comunicazione. Questo topos musicale è espresso nel video della canzone attraverso l’immagine di un vetro rotto dalla cui feritoia si scorge la sagoma del cantautore che pronuncia la parola “sniper” in rima con “contatore geiger”: così come un cecchino vede lontano, allora altrettanto lontano deve volgere lo sguardo delle persone che intendono migliorare il futuro.
  • Rivalutazione attraverso pensieri creativi del concetto della “pecora nera della famiglia” in qualità di iniziatore di una nuova tradizione sia lavorativa che di stile di vita in aperta rottura degli schemi tradizionali sociali.
  • Critica politica verso la xenofobia con un tocco satirico citando il polo Sud con l’intento di ricordare la sfericità della Terra come traslazione della mente umana. Ovviamente chi è razzista ha la mente piatta perché non concepisce un’azione di inclusione bensì discrimina per esclusione. Nella canzone, Caparezza si paragona alle rovine delle cariatidi greche antiche e, afferma di essere schiacciato alla tempia, ma nel contempo spiega che chi odia, altri non è che un ciarlatano che spara dicerie a vuoto, proprio come un diavoletto che spara cannonate nella disabitata Antartide, accentuando così la ridicolezza del concetto dell’odio.

Ma è nel ritornello che emerge il genio di Caparezza: in una inquadratura, l’artista si trova davanti a una gigantesca carta geografica del mondo. Si erge in piedi in prossimità della Libia e del Sudan (l’area africana più interessata dall’immigrazione), mentre con la punta della testa tocca la Turchia e l’Ucraina (l’attuale asse politico bellico) quasi a voler presagire una seconda guerra fredda; il tutto mentre dà le spalle all’Europa sulle note del ritornello “nell’indolenza collettiva”: possibile critica verso la politica europea nel gestire sia l’immigrazione che gli aiuti di approvvigionamento nei paesi in via di sviluppo.

Per concludere, Caparezza si sente come se le sue parole venissero pronunciate a vuoto come un turista che sceglie come tappa la cittadina di Pripyat, nota città disabitata a causa dell’incidente di Chernobyl, ove la ruota panoramica, che rappresenta una traslazione dello spirito di iniziativa, è ferma proprio come sono ferme le menti della maggior parte delle persone del periodo odierno. Un periodo plasmato da una prigionia in un mondo di ipersensibilità ove le idee vengono trattenute quando invece dovrebbero migrare verso nuovi orizzonti.

Tuttavia la melodia nel contempo dona anche un tocco di speranza. La storia non verrà mai dimenticata perché le persone curiose prenderanno sempre esempio da personaggi illustri come gli artisti e gli scienziati.