La mia esperienza negli ospedali francesi: tra ansia e gratitudine
L’ingresso in un ospedale, chi più chi meno mette ansia a tutti; soprattutto per chi dovrà affrontare un intervento abbastanza importante.
Oggi, vi parlo delle mie esperienze negli ospedali francesi. Ho fatto diversi interventi al cuore da quando sono piccola e la diversità l’ho percepita sulla mia pelle.
Quando siamo piccoli
Passeggini, culle, medici, infermieri, ho visto tantissimi dottori nella mia vita che ormai son diventati i miei migliori amici. Quando si è piccoli non si ha la percezione della paura. Si, ovvio quando vedevo un camice bianco scoppiavo a piangere perché ero stufa di dover lottare sempre fra la vita e la morte già da piccola. Non capivo ciò che dovevo affrontare, ciò che la vita mi aveva messo fra le mie mani. Però come ben sapete da piccoli non siamo coscienti di ciò che facciamo, cerchiamo sempre di vivere la vita come viene.
Quando siamo grandi
La mente inizia a lavorare, talmente veloce che tutte le ansie, paure, etc. si formano in un grandissimo cerchio da farci vivere male la situazione. Porto per esperienza il mio ultimo intervento a cuore aperto dove ho passato 2 mesi in ospedale, perché mi han dovuto sostituire la valvola polmonare più riabilitazione. Quei mesi per me furono immensi che a distanza ormai quasi di due anni continuo ad avere gli incubi!
Passavo le notti a sperare che tutto andasse per il meglio, mille preoccupazioni, mille ansie, la paura di non svegliarmi, la paura di non sopravvivere, la paura dei medici, la paura degli aghi. Insomma paura di tutto perché in quei momenti è il cervello che lavora per noi.
Ho vissuto due mesi d’inferno dove cercavo sempre di lottare col mio cervello che mi metteva più ansia di quella che io già avevo.
Odiavo tutto in quel periodo, chi mi girava attorno era insopportabile!
Ma non solo avevo l’ansia per l’intervento chirurgico ma anche per gli esami, anche per lo SCANNER (che in Italia si chiama risonanza magnetica con mezzo di contrasto o anche TAC). Vi giuro quando il cervello lavorava ero davvero antipatica al mondo intero.
Forse per chi ha avuto come me un esperienza in ospedale può capire come ci si sente.
Ma non solo noi come pazienti, anche i medici sapete come vivono d’ansia ad ogni intervento che loro fanno? Non è facile gestire una situazione del genere, ma loro con i loro studi son li per salvarci la vita e ne saremo grati.
Io sono grata agli ospedali francesi che in 31 anni della mia vita, mi han salvata la vita per ben 20 volte e so che continueranno a farlo ancora, nonostante la mia malattia è una malattia genetica rara di cui ho un rischio di vita permanente.
Voi avete mai avuto brutti pensieri in ospedale? attacchi d’ansia?
Maria Cantarutti