La mia testimonianza di bambina durante il regime comunista
La società comunista è caratterizzata dall’abolizione delle classi sociali, che mira alla creazione di una società egualitaria. In parole povere, le persone devono essere tutte uguali, vivere in modo razionale, servire e difendere il governo.
Per lo meno è quello che ti veniva inculcato già dal l’età di 4 anni. Io, personalmente, l’ho vissuto poco perché nel ‘89 quando cadde il muro di Berlino e ci fu la rivoluzione in Romania avevo 10 anni. Alcuni ricordi sono belli e vivi, altri sono racconti dei miei genitori.
Da piccoli venivamo subito iscritti ad un sistema educativo e alle organizzazioni comuniste chiamate “I Falchi della Patria” e “Pionieri” organizzate dai comunisti per una società ideale soggetta a regole e doveri.
In ogni aula scolastica c’era un foto di Ceausescu con sotto la scritta “Studiare, studiare, studiare e ancora studiare, studiare, studiare“. Avevamo la divisa e prima di iniziare la lezione dovevano alzarci in piedi per salutare l’insegnante e cantare l’inno nazionale. Durante l’anno scolastico c’erano vari laboratori e anche delle sessioni sul campo (per raccogliere pomodori, uva etc…).
Inutile dirlo che oggi è considerato sfruttamento minorile, ma per noi in quel momento era uno svago. Anche perché gli insegnanti erano estremamente severi e dovevi continuamente dimostrare di essere uno studente meritevole e studioso. Non si limitavano a dare un brutto voto, ma anche punizioni corporali.
A volte quando racconto questo mi viene chiesto: “Perché nessuno si ribellava? Perché tu non ti ribellavi?”
Ma, la domanda giusta sarebbe: Da che cosa dovevamo ribellarci?
Non conoscevamo altro, non sapevamo niente del mondo esterno, nessuna informazione al TG, nessuna importazione di beni tipo cibo, vestiti etc. Anzi, il mondo esterno ci veniva descritto come una costante minaccia per il nostro paese perfetto da difendere e amare incondizionatamente. E poi, se qualcuno solo provava a farsi qualche domanda veniva inquisito dalla polizia segreta (Securitate) e spesso non faceva nemmeno più ritorno.
È importante che i nostri figli siano messi in guardia di fronte a simili prospettive di felicità e perfezione perché il vero fondamenta della nostra società è: la persona, che non può essere sottomessa, né alla razza, né alla classe sociale, né all’ideologia che promette di creare esseri perfetti. Perché siamo umani, ben lontani dalla perfezione, com’è giusto che sia.
Mi fa piacere aprirmi con voi, se avete piacere leggete i miei prossimi articoli e seguitemi su IG ⬇️
https://instagram.com/ramona_gabriel_real?igshid=YmMyMTA2M2Y=
Qui sotto una foto di me e la mia mamma, quando ero ancora troppo piccola per capire dove ero nata: