Sconfiggi le tue paure per raggiungere serenità e felicità
Capita, nella vita stressante di oggi, di vivere una specie di “horror vacui”, che è l’espressione in cui i Latini chiamavano la “paura del vuoto”, ma non è un vuoto fisico, un vuoto nell’esistenza.
Vogliamo che tutto sia “pieno” a partire dalla nostra vita. Vogliamo una vita piena, cioè felice, realizzata, in cui tutto funzioni. Che c’è di male in questo? C’è di male che giudichiamo noi stessi in base a indicatori esterni e di status: la coppia ideale, la famiglia felice, il lavoro prestigioso, gli amici fantastici, tanti follower su Instagram. Vogliamo essere sereni, equilibrati, forti, sicuri; ma in realtà facciamo di tutto per adeguarci ad un modello di vita preconfezionato, per essere come il mondo ci vuole. Non può funzionare.
Se ho bisogno di indicatori esterni per sentirmi a posto, significa che è dall’esterno che dipendo per giudicare me stesso. È questa la definizione di scarsa autostima: pensare di valere in base all’esterno. Il cuore non batte perché ci pensi, né i capelli crescono perché conosci il meccanismo biologico. In noi accadono miliardi di eventi e lo fanno in modo perfetto, rispettando un’immagine innata che è dentro di te dal concepimento.
Tutto accade senza il pensiero. Tranne i disagi. Cosa produce e tiene in vita, infatti, l’ansia, l’insoddisfazione e lo stress? Più di tutti i nostri schemi mentali, e tra essi il nostro modello di perfezione, l’idea che le cose debbano andare secondo modelli che si sono installati dentro di noi. Il modo giusto di pensare, di vivere, di amare e così via.
Gli antichi avevano un altro modo di stare con se stessi: abitavano in un mondo pieno di Dei, cioè di energie cosmiche, le stesse che ritrovavano dentro di sé. Non erano concentrati sui problemi esterni da risolvere per sentirsi “come tutti gli altri”, semmai i problemi dovevano essere affrontati e risolti da quelle energie. Sono triste? È il Dio della tristezza che è venuto a trovarmi: chissà cosa vuole da me? Questa era la loro mentalità. Ogni evento quindi aveva un senso, perché era in un certo senso manifestazione di un Dio.
Per arrivare al benessere bisogna, secondo questa mentalità, distogliere lo sguardo dalla consuetudine, dal visibile. Al nostro interno, c’è un altro mondo, c’è un altro modo di vedere la realtà, un altro modo di stare con le cose e con noi stessi. Non pieni di pensieri inutili, ma facendo spazio alle energie della vita e al modo innato e unico in cui si manifestano in noi: capacità, talenti, istinti, desideri, passioni e idee.
I ragionamenti, gli sforzi, i pensieri sono sempre il riflesso del pensiero comune, che non ha soluzioni per le vicende del mondo interno.
Concludendo, tutto parte da dentro. È la nostra testa che comanda, non i fattori esterni. E non staremo mai bene fuori se non lo siamo dentro.
Va da sempre così, e solo quando realizzeremo questo e vivremo di conseguenza, saremo davvero felici o quantomeno sereni.