Drive, film di genere neo-noir uscito nel 2011
Irene: “E tu? Che cosa fai?“
Pilota: “Guido“
Drive è un film di genere neo-noir, uscito nel 2011. È basato sul romanzo omonimo di James Sallis, sceneggiato da Hossein Amini e diretto dal regista Nicholas Winding Refn. È l’ottavo film del regista danese e dura 1 ora e 40 minuti. Il titolo del film “Drive” significa guida ed è riferito alla guida dell’auto. Un’azione che caratterizza il protagonista e di cui il film rende partecipe o accompagnatrice in molte delle sue scene.
Il protagonista di Drive è un pilota (Ryan Gosling) di cui non sappiamo il nome. In inglese si fa riferimento a lui con la parola driver, traducibile con pilota o guidatore che vive a Los Angeles e ha diversi lavori. Durante il giorno lavora come stuntman nei film e aiuta come meccanico il suo datore di lavoro, Shannon (Bryan Cranston). Un meccanico zoppo, mentre di notte viene assunto come autista per delle rapine. Shannon vuole espandere i suoi affari e vuole entrare nel settore delle corse con la sua scuderia, finanziato dai malavitosi Bernie Rose (Albert Brooks) e Nino (Ron Perlman) e con il protagonista come guidatore.
Tornando a casa, il Pilota incontra Irene (Carey Mulligan). Un inquilina del suo palazzo, insieme a suo figlio Benicio ed entrambi pur non confessandolo si innamorano. Il loro rapporto idilliaco è interrotto quando il padre di Benicio, Standard Gabriel (Oscar Isaac), un uomo finito in carcere che ha un debito nei confronti di Nino per la protezione ricevuta dietro le sbarre. Siccome Standard non vuole più far parte di questo mondo, rifiuta di compiere una rapina per estinguere il debito. Per questo motivo, viene pestato e la sua famiglia minacciata. Saputo ciò, il Pilota decide di aiutare Standard a recuperare i soldi, accordandosi insieme a una donna di nome Blanche (Christina Hendricks) e a uno scagnozzo, di rapinare un banco dei pegni. Ma la rapina finisce male…
Una delle più classiche storie riproposta in chiave moderna. Il film Drive rappresenta un eroe all’interno di un mondo che non lo appartiene ma in cui è costretto a operare per vivere. Anche agendo il più delle volte contro la legge e commettendo atti violenti, presenti in modo particolare all’interno del film. Ma è anche l’inizio classico di un dolce amore che, andando avanti, si scoprirà destinato a terminare. Il tutto arricchito da una strepitosa colonna sonora, caratterizzata da sintetizzatori e brani di musica elettronica che portano alla mente le sonorità degli anni ’80.
E così, tra il sole della California e la notte che scende sopra le sue abitazioni, il Pilota vede se stesso come una persona buona. Anche se opera all’interno della criminalità, cercando di mantenere un suo codice morale e una sua etica. Però lui è uno scorpione (lo stesso animale è raffigurato dietro il suo iconico giubbotto bianco, oltre alla esplicita citazione della favola della rana e dello scorpione) a cui sembra stabilito un cammino verso il male:
Pilota: [guardando un cartone] “è un cattivo?“
Benicio: “Sì“
Pilota: “Come fai a dirlo?“
Benicio: “Perché è uno squalo“
Pilota: “Non ci sono squali buoni?“
Una volta compresa la sua morale e dopo aver riflettuto su questo, lo scorpione si allontana dalla rana per evitare di farla affogare. E guida osservando l’orizzonte, forse con l’intenzione di ricominciare da capo e diventando allo stesso tempo un eroe e un essere umano.