LOCKE: un film di genere drammatico-psicologico
Locke è un film di genere drammatico-psicologico, uscito nel 2013, sceneggiato e diretto da Steven Knight. Ha una durata di 1 ora e 25 minuti. Il titolo del film fa riferimento al cognome del protagonista, Ivan Locke.
Una notte – Ivan Locke (Tom Hardy) – un capocantiere che lavora in una ditta di costruzioni situata a Birmingham deve supervisionare un progetto da presentare il giorno dopo. Esce da lavoro per un’emergenza e si avvia in autostrada per andare all’ospedale di Londra, siccome sta per diventare di nuovo padre. Durante il tragitto, Ivan chiama ed è chiamato da diverse persone. Tra cui la sua famiglia, un suo collega a capo del progetto insieme a lui, il suo datore di lavoro e l’ospedale stesso. Le chiamate non gli risultano affatto piacevoli. Sia da fare – per spiegare a tutti il motivo per il quale è andato via da lavoro e non farà ritorno la notte stessa, sia da ricevere – siccome tutti se la prendono con lui, senza lasciargli spiegare minimamente la situazione e considerandolo un irresponsabile).
La peculiarità di Locke è quella di essere girata e ambientata interamente in auto e recitata a schermo da un solo attore, Tom Hardy. La cui interpretazione regge tutto il film per tutta la sua durata. Si può vedere infatti come il personaggio di Ivan Locke, col passare dei minuti e l’avanzamento della trama, sembra sempre di più perdere la calma. Anche se non completamente. Fino ad avere un esaurimento nervoso. Arrivando addirittura a parlare col padre morto rimproverandogli i suoi sbagli di genitore. Ma mantenendo sempre la sua mente fissa verso la sua meta e il suo obbiettivo. Forse come atto di giustificazione per l’errore commesso, rischiando così di perdere gli affetti più cari e il suo lavoro.
Vale aggiungere inoltre che il tempo impiegato da Ivan per raggiungere l’ospedale di Londra da Birmingham coincide con la durata complessiva del film. Questo per rendere ancora meglio la situazione e lo sforzo compiuto dal personaggio).
È la perfetta rappresentazione del fenomeno della pressione che si manifesta a causa delle scelte sbagliate e del confronto con le responsabilità che derivano da esse. Una pressione così forte da riuscire quasi a trasformare un uomo buono e gentile in un groviglio di nevrosi pronte a implodere dentro di lui mentre tutto al suo esterno si sgretola e crolla. Per fortuna, anche grazie al suo carattere benevolo e alla sua rigidità morale, questa reazione è lontana da verificarsi (Ivan riesce a superarla e domarla). Ma comunque sempre in agguato nei meandri più bui della sua (e nostra) mente per far sì che tutto ciò che ha sacrificato e per cui ha lottato venga mischiato alla polvere.