Shell Shock: il PTSD nei soldati di guerra
Dei soldati raffiguranti in queste foto non si conosce molto, se non il disturbo responsabile del loro stato. Ovvero quello che ai tempi chiamarono “shock da combattimento” o “nevrosi da guerra”.
Questo tipo di disturbo oggi ha preso il nome di “Disturbo Post Traumatico da Stress”. Ovvero l’insieme delle forti sofferenze psicologiche che conseguono ad un evento traumatico, catastrofico o violento.
Il PTSD si manifesta in conseguenza di un fattore traumatico estremo che la persona ha vissuto, aver assistito ad eventi come la morte, gravi lesioni o una minaccia di integrità fisica propria o di altri.
L’insorgenza del disturbo può avvenire anche a distanza di mesi dell’evento traumatico. La sua durata varia da individuo ad individuo, per questo è consigliato trattarlo immediatamente.
I sintomi del PTSD più riconosciuti sono: incubi, immagini, pensieri, sogni spiacevoli, agire o sentire come se l’evento traumatico si stesse ripetendo, alta reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che assomigliano all’evento traumatico che ha avuto, scoppi di collera, irritabilità, difficoltà a concentrarsi, ansia ed esagerate risposte agli allarmi.
Occhi spiritati, espressione vuota o un immotivato sorriso al fotografo. Sono tutti segnali dello Shell Shock, la “psicosi traumatica” seguente all’esposizione di una persona allo stress da bombardamento tipico delle Guerre Mondiali (ma non solo).
I primi massicci effetti di questi traumi divennero noti durante la Grande Guerra. Quando decine di migliaia di soldati rimasero scioccati dalla violenza e dalla disumanità dei conflitti, associati al fragore delle bombe che gli esplodevano a pochi passi. In Italia la guerra del ’15-’18 fece coniare il termine “Scemo di Guerra”, che indicava una persona che, durante i combattimenti, rimaneva talmente traumatizzato dall’essere impossibilitato a tornare in possesso delle piene facoltà mentali.
Durante il secondo conflitto mondiale più che di “Shell Shock” si parlò di “stress da combattimento”, ma i risultati furono del tutto simili. Moltissime di queste persone non riuscirono a recuperare le proprie facoltà mentali. Finirono per essere emarginate in manicomi o strutture atte a ospitare coloro i quali non riuscivano più a tornare sani.
Avevate mai sentito parlare di questo terribile disturbo?
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Al prossimo articolo, un bacio, Miriana.
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