Interviste

“La mia vita è un film”: l’intervista a Daniel, creator delle interviste in Duomo

Ciao Daniel! Di solito sei tu a fare le domande, ma oggi tocca a te rispondere. Raccontaci un po’ chi sei e com’è nato il tuo percorso da creator.

Ho iniziato a fare video in Duomo perché vedevo un ragazzo che già li faceva. Ero ispirato da questo format di interviste e mi sono detto: “Dai, proviamo a farle anche noi”. Da lì, giorno dopo giorno, mi trovavo spesso in Duomo con lui a girare. Mi spiegava come realizzarli, quindi diciamo che è stato un po’ come un mentore. Mi ha affiancato per un bel periodo iniziale, fino a quando non ho capito come fare i video da solo.

Devo dire che è un’avventura: è sempre magico andare a registrare in Duomo. Oltre a essere la piazza principale di Milano, è un luogo storico dove passa gente da tutto il mondo. Camminare in mezzo a loro ti fa sentire internazionale. Ovviamente, se poi ti riconoscessero anche persone di altri paesi, saresti ancora più felice… ma diamo tempo al tempo. Sono fiducioso che prima o poi diventerò worldwide, ahah!
La mia vita sembra un film – e non lo dico per dire. Sotto certi punti di vista, lo è davvero. Lasciamolo continuare, questo film… sono curioso di vedere cosa mi riserverà!


Cosa ti ha spinto a scegliere proprio le interviste come formato principale per i tuoi contenuti? Cosa ti affascina di più nel raccontare le storie degli altri?

L’idea di fare video quotidiani, anche abbastanza veloci da produrre, mi ha fatto capire che tutto è possibile. Potevo pubblicare ogni giorno senza fare troppa fatica, a differenza di tanti altri lavori più pesanti che ho fatto in passato.

La cosa più bella è che ti fai un sacco di conoscenze: persone famose e non. È come fare public relations ogni giorno. Questo, oltre alle interviste, è ciò che mi appaga di più a livello di felicità. Inoltre, è sempre interessante ascoltare le storie degli altri e confrontarsi con loro.


Sui tuoi social, soprattutto TikTok e Instagram, hai costruito un pubblico fedele. Che tipo di contenuti proponi di solito? E cosa piace di più a chi ti segue?

Oltre alle classiche interviste, il contenuto che piace di più è quello in cui riesco a integrare anche un po’ di divertimento. Aggiungere un tocco comico, una battuta che strappa una risata, fa la differenza. La gente apprezza che non sia tutto meccanico, tipo “io domando, tu rispondi”.

La particolarità dei miei video è proprio questa: anche dentro un’intervista ci può essere un momento divertente. E secondo me, questo è un piccolo segreto che fa davvero la differenza.


Qual è l’intervista o il contenuto che ricordi con più soddisfazione? Quello che ti ha fatto dire: “Ok, sta funzionando”.

Sicuramente il video in cui fingevo di regalare 100 euro alle persone pur di fare followers. La gente ci credeva davvero! Certo, detto così può sembrare brutto, ma non è che ho fregato nessuno. Era tutto in chiave ironica, e alla fine chi guarda deve anche un po’ saper cogliere il senso del contenuto. È stato divertente e ha funzionato.


Fare interviste ti avrà sicuramente permesso di conoscere tante persone interessanti. C’è un incontro che ti ha particolarmente segnato o ispirato?

Uno degli incontri più belli che ho fatto è stato con Eric Thomas, oratore motivazionale americano. È seguitissimo sui social e parla spesso di credere in se stessi, non arrendersi mai e lottare ogni giorno per i propri obiettivi.

Incontrarlo in Duomo è stata una delle cose più emozionanti da quando ho iniziato questa avventura. Lo ricordo ancora oggi come uno degli incontri più significativi.


Come scegli gli ospiti o i temi da trattare nelle tue interviste? Segui l’istinto, l’attualità o c’è un criterio preciso?

Spesso seguo l’istinto, ma lo mescolo con l’attualità. Cerco argomenti di tendenza, che possano generare views. È un mix tra ciò che sento al momento e quello che “spinge” sui social. È importante cavalcare i trend prima che sia troppo tardi.


Quanto è importante per te creare un legame umano con l’intervistato, oltre al contenuto stesso dell’intervista?

Da 1 a 10? Direi 10. È fondamentale che l’intervistato si senta a proprio agio. Deve sentirsi libero di rispondere senza pressioni o manipolazioni. Se noto che non è sereno, preferisco fermarmi, chiedergli se vuole davvero fare il video, e se è il caso, cambio persona.

Il tempo è poco e serve ottimizzare. Ma è ancora più importante il rispetto per chi ho davanti. Faccio sempre capire che non è obbligato a partecipare, che magari ci sarà un’altra occasione.


In che modo ti piacerebbe evolvere come creator? Hai progetti futuri che vuoi condividere con noi?

Tra un po’ non continuerò più a fare interviste… questa è una chicca che vi rivelo!
Non vi dico però cosa farò al loro posto. Lo scoprirete solo quando succederà, ahah!


Ci sono argomenti che ancora non hai affrontato e che ti piacerebbe portare nei tuoi contenuti prossimamente?

Sì, ce ne sono. Ma non saprei neanche da dove iniziare! Diciamo solo: occhi aperti e tenete d’occhio il profilo, perché ne vedrete delle belle. 👀


Per chi sogna di fare un lavoro simile al tuo, magari intervistare persone e raccontare storie, che consiglio daresti?

Siate empatici. È un consiglio che si dà troppo poco, ma secondo me è fondamentale. L’empatia non solo ti aiuta nei video, ma anche nella vita quotidiana.
Se sei empatico, attrai empatia. E quando trovi persone che provano a capirti, è una delle cose più belle che possano succedere nella vita.