Crescita personale

La Bella e il Demone

La gente la guardava e vedeva solo la bellezza. Lunghi capelli neri come la notte, occhi profondi e magnetici, un viso scolpito con la precisione di una divinità. Era un’opera d’arte vivente, una visione che incantava e ammaliava. Nessuno sapeva che, dentro di lei, si celava un demone.

Non era una creatura delle tenebre qualunque. Non aveva artigli o zanne, non strisciava nell’ombra in attesa di colpire. No. Il demone che abitava in lei era antico, potente, fatto di fiamme e volontà inarrestabile. Viveva nel suo sangue, nella sua anima, sussurrandole parole che nessun altro poteva udire.

Le diceva di non abbassare mai lo sguardo. Di non piegarsi mai. Di reclamare ciò che era suo senza esitazione.

All’inizio aveva provato a soffocarlo. Per anni aveva indossato la maschera della ragazza perfetta, quella che il mondo voleva vedere. Aveva sorriso, aveva giocato il ruolo della creatura incantevole e delicata. Ma il demone era sempre stato lì, in attesa. E più lei cercava di seppellirlo, più lui cresceva, diventando parte di lei, insinuandosi nei suoi pensieri, nei suoi sogni, nelle sue mani strette a pugno ogni volta che sentiva il peso delle catene che gli altri le avevano imposto.

Poi, un giorno, la maschera si ruppe.

Non perché il demone volesse distruggere tutto, ma perché la ragazza aveva smesso di lottare contro di lui. Lo lasciò emergere, lo accolse, lo accettò come parte di sé. E in quel momento smise di essere solo “bella”.

Ora era qualcosa di più. Qualcosa di divino e infernale allo stesso tempo.

Le persone la guardarono con occhi sgranati. Non era più la fragile creatura che credevano di conoscere. La sua bellezza non era più un’illusione, ma un’arma. Il suo sguardo ardeva di un fuoco antico e chiunque lo incrociasse sapeva di trovarsi davanti a qualcosa che non poteva essere domato.

Se ne andò senza voltarsi, lasciandosi dietro solo il suono dei suoi passi decisi.

La ragazza era morta.

Era nata una Regina.