Splendere a modo proprio
Essere gentili non significa essere deboli. Il silenzio non è sempre una debolezza, spesso mostra che la mente è al lavoro. Essere introversi o riflessivi non dovrebbe renderci invisibili. Non c’è bisogno di abbaiare ordini o dominare ogni conversazione avendo l’ultima parola.
Da ragazzo sono stato introverso, e so bene che gli altri potevano parlarmi sopra facilmente, lasciandomi poco spazio per esprimermi. So perfettamente che non vinco le battaglie facendo più rumore o parlando di più, la mia opportunità sta nella coerenza, nell’attenzione e in un’impressione duratura.
Un po’ come sui social: alcuni collezionano molti likes con post vistosi ma forse meno significativi. Altri si guadagnano la fiducia con contenuti di qualità, non focalizzati sull’ego.
Il psichiatra Jung sosteneva che “la diffidenza dell’estroverso verso il mondo interiore equivale a quella dell’introverso verso il mondo esteriore”. Grazie alla tendenza alla riflessione, gli introversi capiscono meglio le circostanze e parlano con precisione. La loro forza sta nella sintesi: evitano discorsi prolissi offrendo spunti diretti e apprezzabili, ideali per i pubblici distratti di oggi.
Per splendere online è fondamentale essere concisi senza sacrificare la creatività. Gli introversi sanno concentrarsi sull’essenziale. La loro abilità di ascolto li rende capaci di costruire legami reali con i follower e i colleghi. Sui social, dove condividere è d’obbligo, gli introversi eccellono lasciando spazio agli altri rinunciando all’ego. Questo comportamento aumenta il rispetto di chi li segue e valorizza chi merita attenzione.
Un introverso tende all’autenticità: avere una conversazione vera è già difficile, figuriamoci finta. Come diceva Susan Cain, “Ognuno può splendere, con la luce giusta. Per alcuni i riflettori, per altri una lampada da tavolo.” Si può essere tranquilli ma anche molto efficaci. Chi è più rumoroso attira prima l’attenzione, ma chi è premuroso lascia un’impressione durevole. Non si tratta di dominare, ma di offrire un servizio.
E qui arriva la mia domanda per voi, cari lettori:
Vi siete mai fermati a riflettere su come il vostro stile di comunicazione influisce sulla vostra presenza online?
Come bilanciate la necessità di condividere con l’importanza di ascoltare e riflettere?
Vi invito a condividere le vostre riflessioni nei commenti qui sotto.