Sesso e libertà: duro colpo agli stereotipi
Vorrei iniziare questo mio nuovo articolo ponendovi una domanda:
Quanti di voi dichiarano apertamente di fare sesso e, magari, provare anche piacere?
Il sesso.
Il sesso è un aspetto fondamentale della condizione umana che ha un impatto profondo sulla nostra identità, sulle relazioni interpersonali e sulla società nel suo complesso.
Sappiamo tutti cos’è, o almeno crediamo di conoscerlo. È l’approccio più ricercato negli ultimi tempi. Si cerca e si trova, infatti, più facilmente e lo si predilige ai rapporti duraturi. Complice Internet, in particolare i social, i quali hanno accorciato di tanto le distanze ed i tempi di ricezione dei messaggi, rendendo il tutto molto più semplice rispetto ad un tempo.
Con questo, non voglio dire che la “colpa” sia di Internet. Assolutamente no! Ma sicuramente ha facilitato tanto questa tipologia di rapporti.
Questo perché il sesso è sicuramente un rapporto più “gestibile”, dove non bisogna impegnarsi più di tanto e dove non bisogna investire sentimenti ed emozioni. Una parte non ancora esplorata e, inutile dirlo, non ancora pienamente conosciuta, quindi difficilmente controllabile. L’intelligenza emotiva e la gestione delle emozioni è, ad oggi, un argomento molto sentito ma, a mio parere, ancora non affrontato come si dovrebbe. Ma questo è un altro discorso!
Tornando al sesso.
Il sesso è una caratteristica biologica che distingue gli individui in base alle loro differenze anatomiche, ormonali e genetiche. Solitamente, viene categorizzato in due principali categorie: maschio e femmina. Tuttavia, è importante sottolineare che il sesso non è sempre una dicotomia rigida. Esistono, infatti, anche individui intersex, che presentano caratteristiche fisiche che non rientrano esclusivamente nelle definizioni tradizionali di maschio o femmina.
La pratica del sesso può avere diverse sfaccettature a seconda delle culture, delle tradizioni e delle preferenze individuali. È una manifestazione di intimità e piacere sessuale tra due o più persone consenzienti. Oltre alla riproduzione, il sesso è una forma di espressione del desiderio, dell’amore e della connessione umana. Può includere una vasta gamma di attività fisiche e emotive, come il bacio, le carezze, la penetrazione, la masturbazione, il sesso orale e altre pratiche sessuali.
È impossibile non evidenziare che, nonostante la sessualità sia una parte intrinseca della nostra natura umana, la società ha spesso imposto limiti rigidi e norme culturali che influenzano la libertà sessuale delle persone.
Infatti, nonostante sia una delle pratiche più semplici e più libere al mondo, è considerata un tabù. E, per questo, ancora moltissime persone si pongono tantissimi limiti. Limiti dovuti all’educazione ricevuta in famiglia, alla religione professata, ai dettami imposti dalla società, quei limiti rigidi e norme culturali di cui ho parlato pocanzi appunto e che classificano la donna “in una certa maniera”, qualora dovesse dare sfogo ai suoi pensieri più perversi.
Non possiamo non dire che tutto ciò non ci influenza, saremmo degli ipocriti a non ammetterlo! Come non possiamo non ammettere che, ancora ad oggi, ci poniamo dei limiti mentali, soprattutto se stiamo intraprendendo una conoscenza e siamo ancora agli inizi. “Cosa potrà mai pensare se dovessi fare sesso con lui la prima sera?” è il pensiero martellante di ogni donna.
Come se il fare sesso la prima sera o la terza o la decima possa renderci più o meno serie!
L’argomento è assai vasto, così come i tabù che lo condizionano.
Uno dei più diffusi è sicuramente l’utilizzo di sex toys.
Ma cosa sono i sex toys?
I sex toys, chiamati anche “adult toys” o, più semplicemente, “giocattoli sessuali”, sono oggetti utilizzati durante le pratiche erotiche, per intensificarne il piacere e, quindi, favorire una sessualità più aperta e giocosa.
L’industria dei sex toys è diventata un segmento di mercato in rapida crescita, stimato a livello globale in diversi miliardi di dollari. Questo settore abbraccia una vasta gamma di prodotti, dai vibratori alle bambole realistiche, offrendo una varietà di opzioni per soddisfare le diverse esigenze e preferenze dei consumatori. L’aumento della domanda ha creato opportunità imprenditoriali, con numerose aziende che si sono affacciate sul mercato, contribuendo così alla crescita economica globale.
L’impatto economico dell’industria dei sex toys non è limitato solo alla produzione e alla vendita dei prodotti stessi, ma si estende anche ad altre aree. Ad esempio, le campagne pubblicitarie, il marketing, la logistica ed il commercio online hanno tutti beneficiato dell’aumento della domanda di sex toys. Inoltre, l’industria ha anche generato posti di lavoro sia a livello di produzione che di distribuzione, fornendo un contributo significativo all’occupazione globale.
Negli ultimi decenni, i sex toys hanno guadagnato popolarità in tutto il mondo come strumenti per l’esplorazione sessuale, l’intimità ed il piacere personale.
Nel 2021, il mercato dei sex toys è aumentato del 160% e si stima che, fino al 2028, potrebbe toccare la cifra dei 52 milioni di dollari, con una crescita annua di circa l’8%.
Nonostante si pensi che il lockdown ne abbia incentivato l’uso, bisogna sottolineare che non è l’unico motivo per il quale tante persone iniziano a fare uso di questa tipologia di oggettistica.
Si è visto, infatti, che non sono solo i single a farne uso, ma è quasi diventata consuetudine tra le coppie. A questi si aggiungono uomini e donne, regolarmente sposati, ma dalla vita sessuale non propriamente soddisfacente.
Questo ha portato ad una crescente accettazione sociale nei confronti delle persone che fanno uso dei sex toys, riflettendo una mentalità aperta sempre più diffusa. E meno male, aggiungerei io!
Il sex toy, quindi, non è solo “amico” dei single, ma può essere anche un’utile aggiunta nel sesso di coppia, un giochino che sicuramente rende il tutto molto più eccitante e soddisfacente. I sex toys sono stati riconosciuti come strumenti validi per l’autosoddisfazione, l’intimità di coppia e il benessere sessuale. Può essere efficace per scardinare alcuni tabù, i quali, nonostante tutto, ci sono ancora.
Proviamo?
Quante di noi avrebbero il coraggio di ammettere di avere almeno un vibratore nel comodino?
Ed ecco che subentra il tabù, la vergogna! “Perché queste cose non si dicono!”.
La vergogna.
Si ha vergogna, infatti, ad ammettere di provare piacere grazie all’utilizzo di questa oggettistica per il proprio benessere sessuale. Nonostante sia stato visto che siano utili, soprattutto dopo la menopausa, per mantenere l’elasticità della vagina, ad oggi parecchi (e parecchie!) giudicano chi ne fa normale uso.
Che il sesso sia un tabù, lo sappiamo tutti, vero!? E l’abbiamo già detto, più volte anche!
Ebbene sì!
Ancora si hanno dei pregiudizi, legati soprattutto all’idea sporca che ci hanno tramandato con gli anni. Ma questi pregiudizi riguardano solo il piacere sessuale della donna!
La donna, infatti, verrà sempre giudicata una “poco di buono” qualora dovesse pensare al suo piacere sessuale. Immaginate per un momento cosa susciterebbe l’ammissione di una donna in merito all’utilizzo di sex toys!
Riporto alcuni dati, pubblicati dalla rivista “Vanity Fair”.
Iniziamo col dire che solo il 64% delle donne ha raggiunto l’orgasmo durante l’ultimo rapporto sessuale, a differenza degli uomini, la cui percentuale si aggira intorno al 91%. Le donne che hanno maggiore difficoltà a raggiungere l’orgasmo appartengono alla fascia d’età al di sotto dei 25 anni (62%), dalle persone insoddisfatte o poco soddisfatte della propria vita affettiva (59%) e sessuale (67%), così come dalle persone sovrappeso (54%).
Secondo uno studio effettuato nel 2021, ci si è accorti che nei tre mesi precedenti, una donna su cinque ha dichiarato di aver raggiunto l’orgasmo una volta al mese (21%) ed il 4% meno di una volta al mese. È interessante sottolineare, inoltre, sempre nello stesso anno, che una donna in coppia su dieci non ha avuto alcun orgasmo nell’ultimo anno (11%) e che il 3% non ne ha mai avuto uno.
In Italia?
In Italia, rispetto ad altri paesi europei, la percentuale di donne che dichiarano che non riescono a raggiungere l’orgasmo è del 46% ed il 52% dichiara di fingere di raggiungerlo. Infine, il 22% dichiara di non aver avuto un orgasmo durante il loro ultimo rapporto sessuale.
Vorrei anche sottolineare che recenti studi hanno riportato che più di una persona su quattro non è in grado di identificare il clitoride da un’immagine, mentre un sondaggio condotto su mille donne ha rilevato che il 44% non era capace di riconoscere una vagina su un’illustrazione medica, la quale mostrava l’organo riproduttivo femminile.
È alquanto chiaro che, nonostante ci autoproclamiamo bravi nel fare sesso, non lo siamo per niente. Nonostante ci vantiamo di praticare atti sessuali praticamente ogni giorno, i più temerari anche più volte al giorno (!!!), bisogna ammettere che non ci è stato insegnato, proprio a causa dei pregiudizi che esistono. Dagli studi che ho pocanzi scritto, è palese come manchino le basi, quell’ABC utile per raggiungere il culmine del piacere entrambi e per un sesso più salutare e soddisfacente.
Ed a scuola? Che succede?
Non posso non sottolineare che, se si raggiugono certe percentuali, molto alte a mio avviso, è chiaro che la scuola è completamente carente di educazione sessuale. I nostri ragazzi, infatti, iniziano a fare sesso (e lo fanno!) già dai 12-13 anni e le conoscenze in merito sono praticamente pari a zero!
Sia la scuola che i genitori continuano a tramandare questo tabù, senza pensare che la malainformazione e la disinformazione possono causare seri danni, a volte irreversibili.
Mi chiedo.
Quanti genitori spiegano il sesso, l’anatomia ed iniziano ad educare i propri figli all’intimità ed al rispetto per l’altro? Pochi. Molto pochi.
Mi sono ritrovata, più volte devo dire, ad ascoltare discorsi di adulti, i quali rimporveravano ginecologi, psicologi ed altri esperti sulla loro volontà di informare i giovani sul sesso, la contraccezione e l’anatomia umana. E questo è un chiaro sintomo del fatto che si provi ancora tanta vergogna nell’affrontare certi argomenti. Non è escluso che la stessa vergogna scaturisca dalla poca conoscenza della materia. In fin dei conti, le percentuali riportate sono alte anche per questo!
Le polemiche e le critiche nei confronti di esperti che spiegano il sesso protetto ai ragazzi sono innumerevoli. Genitori accaniti, perchè i loro figli sono ancora troppo piccoli per sapere certe cose. Ma forse non sanno che hanno iniziato a fare sesso già dai 13/14 anni. Ed è giusto, a mio avviso, che sappiano anche i rischi a cui potrebbero andare incontro.
L’uso del preservativo, spiegato non solo per prevenire una gravidanza non voluta, ma anche per tutelare e tutelarsi da eventuali malattie sessualmente trasmissibili, può aiutarli tanto nel non commettere errori, dei quali non si può più tornare indietro.
La sessualità è un aspetto vitale della vita umana e dovrebbe essere vissuta senza paura o vergogna. In particolare, il sesso è una parte intrinseca della nostra umanità ed il modo in cui viene praticato e vissuto è influenzato dalla biologia, dalla cultura e dalla società.
Proprio per questo motivo, a mio avviso, è fondamentale promuovere l’apertura mentale, l’educazione sessuale inclusiva ed una cultura del rispetto per abbattere le barriere che impediscono la libertà sessuale. Solo attraverso un impegno collettivo per l’accettazione e l’inclusione, possiamo creare una società in cui ogni individuo possa vivere appieno la propria sessualità, senza timore di discriminazione o marginalizzazione.
Il giudizio è un chiaro esempio di violenza e tutti ne possono essere colpiti. E non c’è neanche bisogno di dichiarare se ci piace un dildo o un succhia clitoride o un plug anale. Come, anche, se siamo più da orgasmo vaginale o piuttosto clitorideo.
Il giudizio colpisce tutti, in qualsivoglia ambito della vita.
Iniziamo a praticare l’apertura mentale, così da non esserne vittima!