Quando un figlio sta male ed i genitori si sentono impotenti
Quando un figlio sta male anche la mamma sta male con lui. Non c’è frase più azzeccata: Quando un figlio soffre la mamma soffre due volte.
Abbiamo affrontato due anni di Covid, ci siamo barbati, igienizzati, vaccinati, abbiamo rispettato le distanze…E ora? Ne cogliamo i “frutti”.
Si vocifera che questo inverno è stato colpito da malanni stagionali anomali, diversi, mai successi prima. Febbre fino a 40 che non passa per 5/6 in alcuni casi addirittura 15 giorni. Pediatri che hanno finito per l’utilizzo esagerato i tamponi, non del covid ma dello streptococco!!
Turni impossibili in pronto soccorso per infermieri e dottori. Forse gli anni del covid ci avevano spaventato, ma forse il peggio deve ancora venire.
Ho vissuto tutto proprio in prima persona pochissimo tempo fa e vi assicuro che non è stato affatto semplice, anzi, è proprio il contrario.
Il piccolo Teo, proprio il giorno dopo il suo terzo compleanno inizia ad accusare febbre. All’inizio bassa, tanto che pensavo fosse un po’ di scarico di tensione dovuto all’euforia del giorno prima. Poi il giorno dopo la temperatura comincia a salire fino ad arrivare sopra i 39.
Dopo aver assunto la tachipirina si abbassa per un ora o due e poi torna costante a livelli molto, troppo alti.
Domenica ora di pranzo, c’era un bel dolce di Spiderman che aspettava le sue tre candeline da spegnere ma lui non reagiva più. Si lamentava e non riuscivamo a fargli scendere questa maledetta febbre.
Decidiamo impotenti, di potarlo in pronto soccorso. Ovviamente affollato, pieno di bambini ammalati come lui, l’infermiera prova la febbre e mi sento morire dentro era 39e9!
Lui stanco, distrutto, mi guardava in faccia dicendomi non ce la faccio più. Le dimissioni sono state veloci. Malattia virale, somministrare il Paracetamolo e attendere il calo della febbre: “Si rimanda al curante”
Il giorno dopo, Teo sta ancora malissimo, la pediatra visitandolo gli fa il tampone e annuncia: Streptococco positivo!
Quindi, oltre alla febbre virale aveva anche quello in corpo. Io scioccata chiedo perché il tampone non è stato fatto il giorno prima. La risposta è semplice: nella pediatria dell’ospedale non hanno i tamponi per lo streptococco, solo per il covid.
Così abbiamo vinto un bel ciclo di antibiotico e un bambino ormai sfinito da tutto quello che ha sofferto. Dopo pochi giorni anche la sorella più grande si è ammalata e così abbiamo passato tutte le vacanze di Pasqua in casa, con tutti e due i figli con la febbre alta.
La tachipirina sempre pronta. La coperta trascinata tra il divano e il letto. Il termometro ormai aveva messo le ali. Il televisore consumato, il ghiaccio sulla fronte per abbassare la temperatura e le occhiaie grandi grandissime sotto gli occhi di mamma e babbo. C’era sopratutto, quella sensazione di impotenza che solo un genitore prova quando un figlio ti implora: “non ne posso più” e tu oltre una medicina, un forte abbraccio non puoi far altro, e ti senti piccolo, molto piccolo.
Sono Silvia mamma della Famiglia Peluche. La mia storia di malanni non è finita qui. Nei prossimi articoli ve la racconterò ma nel frattempo seguimi!⤵️
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