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25 maggio, giornata mondiale della tiroide

Le malattie croniche (o malattie non trasmissibili) affliggono circa 24 milioni di persone in Italia. Queste condizioni hanno un impatto importante sulla qualità e sull’attesa di vita della popolazione. Tali malattie interessano tutte le fasi della vita, anche se i segmenti di popolazione più frequentemente colpiti sono gli anziani e le donne, in particolare dopo i 55 anni.

È importante quindi migliorare le conoscenze sui meccanismi e sui fattori di rischio che portano allo sviluppo di malattie croniche. Così come sulle possibili strategie e programmi per la prevenzione e trattamento di queste condizioni al fine di garantire un invecchiamento in salute della popolazione.

In quest’area, le attività dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) si sviluppano su diversi fronti: dallo studio dei fattori di rischio per le malattie croniche tramite indagini sulla popolazione generale, in età dello sviluppo, adulta e anziana, all’identificazione di nuovi biomarcatori per la diagnosi precoce e il trattamento.

L’ISS inoltre, è impegnato su strategie e modelli di assistenza per la persona con malattie croniche e sullo studio dei processi che portano all’invecchiamento in salute. Infine, uno spazio di lavoro è dedicato anche all’educazione alla salute (Health Literacy), e alla creazione di un sistema per la condivisione e standardizzazione di indicatori dello stato di salute della popolazione europea e in aree a rischio.

Quanti tipi di disturbi alla tiroide ci sono?

La tiroide è una ghiandola endocrina posta nella regione anteriore del collo: il suo compito principale è quello di produrre gli ormoni tiroidei, funzionali a tutto il nostro organismo. Questi ormoni controllano importanti processi biologici come, ad esempio, la regolazione di numerose funzioni metaboliche.

Il gozzo è semplicemente un aumento del volume della tiroide; la dimensione può variare. Nella maggior parte dei casi si tratta di un piccolo aumento, che non causa sintomi o fastidi ma, in alcuni casi se può essere più impegnativo portando a disturbi. Ad esempio, della respirazione e della deglutizione.

I noduli, invece, sono vere e proprie tumefazioni, cioè formazioni solide (in alcuni casi piene di liquido) che si formano all’interno della ghiandola. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità sono la malattia tiroidea più frequente, ma sono quasi sempre benigne. Solo il 3-5% dei casi hanno caratteristiche maligne (tumori della tiroide). 

Ad oggi i disturbi della tiroide come il gozzo e i noduli tiroidei sono molto frequenti nella popolazione generale, soprattutto in quella femminile dopo i 40-50 anni. Essendo dovuti molto spesso alla carenza di iodio, le patologie e i disturbi legati a questo organo si potrebbero prevenire a partire dalla dieta. Aumentando l’apporto di iodio nella dieta, ad esempio attraverso l’utilizzo del sale iodato.

Quando la tiroide produce troppi ormoni tiroidei si parla di ipertiroidismo, che ha come sintomi più frequenti la perdita di peso, nervosismo, ansia e cambi di umore. Mentre, se la tiroide non produce abbastanza ormoni tiroidei, si verifica l’ipotiroidismo che potrebbe causare, tra le altre cose problemi al metabolismo e sovrappeso.

L’utilizzo di ecografie per la diagnosi di questi disturbi ha portato, negli ultimi 10 anni, alla scoperta di un numero sempre maggiore di noduli della tiroide. Si calcola che l’incidenza dei noduli “clinici” cioè abbastanza grossi da essere scoperti dal paziente o dal medico con la semplice ispezione del collo, è del 5-10% della popolazione. Grazie alle ecografie, si riesce a diagnosticare e monitorare anche noduli tiroidei di piccole dimensioni, che alla palpazione non sarebbero scoperti. 

La conseguenza è che in casistiche ecografiche l’incidenza dei noduli tiroidei dopo i 50 anni raggiunge addirittura il 30-40% della popolazione, rappresentando così un fenomeno di importanza medico-sociale. Di questi, soltanto il 3-5% di tutti i noduli tiroidei, sono maligni, indipendentemente dalle loro dimensioni.  

La diagnosi passa attraverso diversi passaggi e analisi concordate con il medico. In prima battuta si esegue l’ecografia e il dosaggio degli ormoni tiroidei. Se è presente un disturbo della funzione tiroidea (ipo o ipertiroidismo) si procede con l’opportuno trattamento, che in genere è di natura medica. Se invece ci troviamo di fronte ad un nodulo tiroideo si prosegue con l’esecuzione di un agoaspirato. Quest’ultimo serve a ottenere gruppi di cellule che analizzate al microscopio ci danno indicazioni sulla benignità o la malignità del nodulo stesso. Una volta ottenuta la diagnosi finale il medico provvede alla terapia più opportuna. 

Anche io purtroppo soffro di disturbi alla tiroide. All’età di sedici anni mi è stata diagnosticata la Tiroide di Hashimoto.

La tiroidite di Hashimoto è una malattia autoimmune, ovvero una condizione legata ad un malfunzionamento del sistema immunitario che attacca erroneamente cellule e organi del suo stesso organismo.

In condizioni normali il sistema immunitario protegge il corpo dalle infezioni, riconoscendo e distruggendo batteri, virus e altre sostanze estranee potenzialmente pericolose. Nel morbo di Hashimoto il sistema immunitario attacca invece la tiroide, causandone l’infiammazione e interferendo con la capacità di produzione degli ormoni tiroidei. Un gran numero di globuli bianchi del sangue, detti linfociti, si accumula nella ghiandola e producendo gli anticorpi che avviano il processo autoimmunitario.

Questa tiroidite spesso porta a una riduzione della funzionalità tiroidea, ossia all’ipotiroidismo. Una condizione che si verifica quando la tiroide non produce abbastanza ormone tiroideo per il fabbisogno dell’organismo. Gli ormoni tiroidei regolano il metabolismo (il modo in cui il corpo usa l’energia) e interagiscono praticamente con qualsiasi organo del corpo. Senza ormoni tiroidei in quantità sufficiente molte delle funzioni corporee vengono rallentate.

La tiroidite di Hashimoto è la causa più comune di ipotiroidismo.

Uno dei primi segni di tiroidite di Hashimoto è l’ingrossamento della ghiandola (gozzo). In base alla dimensione raggiunta la tiroide può essere o meno visibile ad occhio nudo ed arrivare ad interferire con la respirazione e la deglutizione.

Altri segni e sintomi legati ad una tiroide iperattiva, che possono insorgere gradualmente nel corso di mesi o anni, possono includere:

  • Stanchezza eccessiva e affaticamento
  • Aumento di peso o difficolta a prendere peso
  • Capelli sottili e secchi
  • Battito cardiaco rallentato
  • Dolori articolari muscolari
  • Stitichezza
  • Difficoltà di concentrazione
  • Depressione

Purtroppo da quando mi è stata diagnosticata questa malattia spesso non sto molto bene. Per spiegarvi al meglio il mio stato d’animo vi lascio la lettera anonima (come se la mandasse la tiroide stessa) che spiega la malattia:

“Ciao il mio nome è Hashimoto. Sono una malattia autoimmune invisibile che attacca la ghiandola tiroidea, causando ipotiroidismo. Ora starò sempre con te per tutta la vita. Gli altri intorno a te non possono vedermi o sentirmi, ma il tuo corpo mi sente. Posso attaccare ovunque e in qualsiasi modo. Posso causare dolori circoscritti e se sono di buon umore posso farti male dappertutto!

Ti ricordi quando tu e la tua energia correvate in giro e vi divertivate? Io ho preso la tua energia, fino al totale esaurimento. Prova a divertiti ora! Posso rubarti il sonno e in cambio ti lascio la mente annebbiata e mancanza di concentrazione. Farti venir voglia di dormire 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e posso anche causare insonnia. Farti tremare internamente o farti sentire freddo o caldo quando tutti gli altri sono a loro agio. Posso anche gonfiarti le mani e i piedi, il viso e le palpebre, oppure darti gonfiore ovunque.

Ti posso far cadere i capelli, farli diventare secchi e fragili, causarti l’acne, farti venire la pelle secca, nulla per me è impossibile.
Posso farti ingrassare e non importa che cosa mangi o se fai esercizio. Non riuscirai più a perdere quei chili, ma posso anche farti perdere peso. Non disdegno nulla! Altre malattie autoimmuni, amiche mie, spesso si uniscono a me, dando ancora più sintomi negativi da affrontare.


Se pianifichi qualcosa o stai aspettando l’arrivo di un grande giorno, io te lo posso rovinare. Non sei tu ad aver chiesto di me. Io ti ho scelto per vari motivi: quel virus o diversi virus che avevi e che non hai mai veramente debellato, o forse un incidente d’auto, o forse periodi negativi dovuti a traumi emotivi come per esempio maltrattamenti (io mi sviluppo bene con lo stress). Potresti avere una componente ereditaria familiare. Qualunque sia la causa, io sono qui per restare.

Ho sentito che stai andando da un medico per cercare di sbarazzarti di me. Questa cosa mi fa ridere. Tu provaci! Dovrai andare a molti appuntamenti, vedrai molti medici prima di trovare quello che ti potrà aiutare in modo efficace. Ti daranno i farmaci sbagliati, antidolorifici, sonniferi, energizzanti, ti verrà detto che soffri di ansia o depressione e ti verranno prescritti ansiolitici e antidepressivi.

Ci sono tanti altri modi in cui posso farti ammalare e debilitarti, la lista è infinita: quel colesterolo alto, problemi alle colecisti, la pressione sanguigna alta, problemi di zuccheri nel sangue, oppure problemi cardiaci. Questi valori sono probabilmente collegabili a me. Non riesci a rimanere incinta o hai avuto un aborto spontaneo? Anche quello sono io!

Denti e problemi gengivali? Dolori alle articolazioni temporo mandibolari? Ti avevo detto che la lista era infinita!


Ti verrà detto di pensare positivo, sarai spronato e soprattutto non preso sul serio, quando tenterai di spiegare a quel numero infinito di medici che hai visto, quanto io possa essere debilitante e di come tu ti senta veramente male. Con tutta probabilità ti verrà consigliato da questi medici (incapaci), di vedere uno psichiatra.

I tuoi familiari, amici e colleghi ti ascolteranno fino a quando non saranno stanchi di sentirti dire come io ti faccio sentire male e quanto io sia debilitante. Alcuni di loro diranno cose come “ma dai hai solo avuto una brutta giornata” oppure “ricordati che non puoi fare le cose che facevi 20 anni fa…” non hanno ascoltato nulla di quello che hai detto negli ultimi 20 giorni
.

Ti consiglieranno cose come: “Devi solo alzarti, muoverti e uscire e fare delle cose, vedrai che ti sentirai meglio.” Loro non capiranno che io ti prendo il “carburante” che alimenta il tuo corpo e la tua mente necessari per consentirti di fare quelle cose. Alcuni ti parleranno alle spalle, diranno che sei un ipocondriaco, mentre lentamente sentirai di perdere la tua dignità nel cercare di far loro capire come stai. In un dialogo con persone ”normali” tu ti dimenticherai persino cosa stavi per dire.

Ti verranno dette cose come: “Anche mia nonna ha questi sintomi e sta bene con questo farmaco”, mentre tu cercherai disperatamente di spiegare che io non mi manifesto a tutti nello stesso modo. Solo perché la nonna in questione ha dei risultati positivi con quel farmaco che sta prendendo, questo non significa che il farmaco funzionerà per te. Otterrai sostegno, solo con le persone malate come te. Sono veramente gli unici che ti potranno capire.

Io sono la malattia di Hashimoto.”

Ed io mi sento così ogni giorno, incompresa.

Per fortuna ci sono tantissime cure e io le sto provando tutte, con la speranza che funzionino.

In ogni caso viene scelta la data del 25 maggio per celebrare la giornata della tiroide a livello mondiale. Esisteva già in quella data, in alcuni paesi scandinavi, una giornata nazionale di sensibilizzazione alla tiroide. Durante il congresso della European Thyroid Association (ETA), esposero un piccolo poster nel loro stand: “Il 25 maggio è la Giornata mondiale della tiroide”.

E voi soffrite di malattie della tiroide? 

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Al prossimo articolo, un bacio, Miriana.

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